VENERDÌ, 12 MARZO 2010
Pagina 1 - Cagliari
Seghe elettriche in azione all’ex Biochimico, rischiano anche i pini di via Dante
ENRICO PAU
CAGLIARI. Per arrivare nella nostra città la Phytolacca dioica ha fatto un viaggio lunghissimo, i suoi semi provengono dal Sud America, dalle pampas, le enormi praterie dove troneggia con le sue chiome foltissime, i suoi rami intrecciati e possenti, alti più di venti metri. Ce n’è, o meglio ce n’era una nel cantiere dell’ex Biochimico, pronta a fiorire come tutte le phytolacche nel mese di maggio. Ieri mattina è stata potata completamente, ridotta a uno scheletro di rami senza vita. Dentro il cortile del cantiere Pellegrini, dove sorge una nuova voluminosa costruzione, sono anche alcuni pini che si affacciano su via Dante. Dall’altra parte della strada si chiude il giardino della chiesa di San Saturnino con la sua vegetazione folta, parte integrante di un sistema arboreo che ha un suo equilibrio e che rischia di essere stravolto. La phytolacca e i pini infatti dovrebbero lasciare il posto a un parcheggio sotterraneo. Spogliato delle bellissime chiome della pianta sudamericana lo scenario da via Dante è ora privo di una quinta naturale, che andava a coprire il disordine architettonico di un colle, quello che parte dalla via De Gioannis per arrivare fino alla via Caboni, sul quale gli interventi edilizi si sono moltiplicati senza regole, occupando spazi verdi con palazzi fuori misura. Come quelli che chiudono la via Caboni: otto piani, decisamente sproporzionati in quella zona della città. Il destino delle piante purtroppo, anche quelle più nobili, risulta sempre più precario a Cagliari: potate selvaggiamente nei momenti sbagliati, tosate come barboncini, sradicate per lasciare spazio ai cantieri come in piazza Maxia, dove esisteva un prezioso bosco di Jacarande. Là ci sarà una vasca di cemento, un giardino freddo di cui nessuno ha compreso l’utilità.