Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Da Cagliari a Burgos sulle tracce di Alfonso Covone

Fonte: L'Unione Sarda
11 marzo 2010

La mostra “España mi ventura”


ABurgos, città della Castiglia abitata da 160 mila anime, tra il 1937 e il 1939, il sergente Alfonso Covone visse una stagione per molti versi indimenticabile: tre anni trascorsi a combattere sul fronte della guerra civile spagnola, da volontario di Mussolini al fianco delle truppe franchiste, immerso in un turbinio di vigore, morte, amicizia, paura, onore, delusione. Tutto condensato in una vicenda umana che il militare, nato a Salerno ma sardo d'adozione, chiuse poi per il resto della sua vita in un cassetto, insieme ad una manciata di fotografie scattate tra un combattimento e l'altro.
Oggi, settant'anni dopo quel conflitto che dilaniò la Spagna, Covone torna a Burgos non da soldato ma da testimone, non in carne e ossa ma attraverso quelle stesse fotografie realizzate al fronte. Meno di sessanta scatti in bianco e nero, racchiusi in una mostra - “España mi ventura” - che nel giugno scorso è stata allestita al Teatro civico di Cagliari e che ora, grazie al lavoro dell'assessore alla Cultura del capoluogo, Giorgio Pellegrini, è ospitata nella sala delle esposizioni del Teatro Principal della città castigliana, dove resterà fino al prossimo 28 marzo.
Circa un mese, nel quale i cittadini spagnoli potranno rivivere un momento cruciale della loro storia, grazie alle immagini immortalate da Covone: foto di piccolo formato ma in cui c'è tutto quello che della guerra civile spagnola va conosciuto: dalla violenza dei bombardamenti alla sontuosità delle parate, dalla mobilitazione delle masse alla vita quotidiana di uomini e donne alle prese con una lotta fratricida. Vista, per una volta, dalla parte di chi moriva per dare la vittoria non alla repubblica ma al generale Franco, e raccontata attraverso scatti da cui il sergente Covone non si separò neppure dopo il suo arrivo in Sardegna, nel 1943, al seguito del duecentesimo battaglione Somua.
Se poi tutto andrà come previsto, dopo Burgos “España mi ventura” approderà anche al Museo della pace di Albacete, uno spazio espositivo nato in un vecchio bunker antiaereo sottostante la piazza principale della città. «Un luogo non casuale - nota Pellegrini - visto che proprio Albacete, durante la guerra civile, fu il quartier generale e il campo di addestramento delle Brigate internazionali, nonché la base della forza aerea repubblicana». E dopo Albacete, l'assessore si augura che il giro di Spagna possa proseguire ancora, infilando nuove mete. Quasi che si trattasse di un ritorno al passato, un viaggio postumo in una prima vita, in un tempo lontano, in una terra che esisteva quando ancora per Covone non esistevano la Sardegna, la moglie sarda Lidia, i figli e tutto il resto.
Già l'arrivo a Burgos, in ogni caso, è un primo passo dall'alto valore simbolico. Perché a Burgos il sergente fotografo trovò tutta l'umanità che si poteva trovare nel bel mezzo di una guerra intestina e sempre a Burgos vide la morte in faccia e il proprio sangue mischiarsi alla neve. «Anche dopo tanto tempo da quei fatti, mio padre continuò ad esprimere il desiderio di tornare in quel posto, ma per diversi motivi non ci riuscì», spiega Gianni Covone. «Ora, con la mostra, torna in Spagna almeno una parte di lui, che attraverso la Spagna e la guerra è venuto alla luce una seconda volta. Non è il ritorno che immaginava, ma fa comunque un grande effetto».
LORENZO MANUNZA

11/03/2010