Università. I programmi di Daniela Noli, neo-presidente Ersu: il problema sono i fondi
L'ex assessore: da ripensare l'offerta dei servizi agli studenti
Incontri con il presidente Cappellacci, il rettore Melis e i rappresentanti degli studenti.
Dall'assessorato comunale alle Politiche giovanili alla presidenza dell'Ersu il passo non è poi lunghissimo. «Faccio quel che più mi piace: lavoro a contatto con i giovani, alla ricerca di soluzioni che rendano la loro vita di cittadini più facile».
I propositi di Daniela Noli non cambiano, ma le difficoltà (tutte politiche) si annunciano persino maggiori di quelle che hanno contrassegnato l'ultimo periodo della sua permanenza nella giunta Floris. Perché ottenere fondi e attenzione per il mondo universitario, specie in tempi di crisi economica, non sarà facile.
EMERGENZA ALLOGGI Il punto di partenza obbligato è quello delle residenze per studenti: i fuori sede sono 1886 e nell'anno accademico in corso meno della metà (923) si è visto assegnare un alloggio pubblico: «Preso atto della bocciatura del progetto Da Rocha per il grande campus di viale La Playa, dobbiamo subito riavviare il discorso con il Comune per ripartire dal progetto Di Martino-Edilia, che consentirebbe di realizzare circa 600 posti-letto, mensa e altri servizi. Non possiamo perdere altro tempo».
Ma, da sola, questa soluzione non può bastare. «E infatti l'offerta di servizi va ripensata anche nell'approccio - aggiunge il presidente Noli - servizi, alloggi e ristorazione vanno forniti vicino alle facoltà e non all'altro capo della città. Oggi questo riusciamo a farlo solo in via Trentino e a Monserrato».
I SERVIZI La vera rivoluzione sarebbe forse quella di restituire all'Ersu un ruolo diverso da quello del semplice affitta-camere. «Ma non ci occupiamo solo di alloggi - precisa l'ex assessore - eroghiamo borse di studio, contributi economici per tesi di laurea e per tirocini. Assegnando anche contributi per l'affitto agli studenti che entrano in graduatoria ma ai quali non viene assegnato un nostro alloggio».
L'ente non può fare altro? «Deve ridiventare promotore di attività culturali e di aggregazione. Le attuali case dello studente sono solo dei dormitori e non hanno spazi per confronto, crescita, svago e ricreazione. Il nostro sforzo deve tendere a individuare forme e luoghi che contribuiscano a una crescita vera dello studente universitario. Penso anche ai tanti pendolari (sono circa 16 mila, su una popolazione universitaria di 35 mila) che tornano ogni giorno nei proprio paesi dopo una giornata in facoltà qui a Cagliari: oggi non hanno spazi a loro riservati, né per poter studiare, né per il confronto con i loro coetanei».
LA PROPOSTA La soluzione potrebbe essere semplice e difficoltosa allo stesso tempo: «Abbiamo quattro piani inutilizzati nella nostra sede del corso Vittorio Emanuele - rivela - il mio sogno è quello di metterli a disposizione di questi ragazzi». Ma per farlo servono soldi e personale. «Questo è un tasto dolente - ammette la Noli - la macchina Ersu cammina ma le persone che ci lavorano fanno il triplo di quello che dovrebbero. Abbiamo necessità di più personale».
Già avviati i rapporti con gli interlocutori istituzionali. «Per prima cosa ho incontrato le associazioni studentesche e i rappresentanti delle varie facoltà, - conclude il presidente - poi mi sono confrontata con il presidente Cappellacci e il rettore Melis, ricavando speranze e auspici per il futuro dell'ente. Nei prossimi giorni incontrerò anche i rappresentanti del Comune, per capire quali sono i margini per il varo di nuovi progetti per alloggi e mense».
ANTHONY MURONI
11/03/2010