Rassegna Stampa

Il Sardegna

La vergogna è lasciare Tuvixeddu così com'è

Fonte: Il Sardegna
8 marzo 2010

Piccola città

Premessa: il caso Tuvixeddu è talmente incasinato che da qualunque parte lo osserviamo oltre alle tombe puniche si trovano torti e ragioni storiche, diritti e interessi attuali. Ad esempio, se il punto di osservazione è quello di un impresario-editore, suscita fastidio (e conseguente vespaio mediatico) il fatto che un collega abbia il privilegio di vendere alla Regione come edificabile un’area che appunto lo è già ma che è meglio per tutti che diventi un grande parco. Questo clima, però, non aiuta il bene generale e nemmeno la categoria dei grandi impresari. È evidente che a Cualbu non conviene più costruire la cubatura che pure gli è stata concessa dieci anni fa a Tuvixeddu: c’è crisi nel settore delle residenze cagliaritane e l’offerta di case di lusso è notevole quanto inevasa. È evidente anche che il colle è considerato finalmente pilastro portante della storia sarda: compensiamo la colpevole disattenzione del passato e lo scempio del ghetto di via Castelli non accettando che la necropoli sia declassata a giardino archeologico. Se le parti (Comune, Regione e Cualbu) che firmarono un contratto dieci anni fa oggi intendono rivederlo, in nome di questi mutati interessi, possono farlo. Soprattutto perché sono sorretti da una coscienza politica trasversale. Per un parco così, che valorizza l’intera Sardegna, serve almeno una legge regionale che dia certezze normative e risorse finanziarie: dov’è lo scandalo? La vergogna vera sarebbe lasciare Tuvixeddu com’è: un pasticcio incomprensibile e una terra di nessuno. *Giornalista