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Il Carnevale di Mamoiada su Sardegna Visuale

19 giugno 2013, 09:42
L'associazione Dies presenta la nuova sezione del portale che raccoglie le tradizioni sarde giovedì 20 giugno 2013 ore 17 Facoltà di Studi Umanistici Località Sa Duchessa Cagliari.

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A poco più di un anno dalla sua nascita, il portale www.sardegna-visuale.it per la raccolta documentale, la conservazione e lo studio delle tradizioni dell’isola, presenta al pubblico la sua terza sezione tematica dedicata alla tradizione dei mamuthones e issohadores di Mamoiada.

Nei suoi dieci anni di operatività nel campo della promozione della cultura e dell’arte dell’isola, l’associazione DIES si è dedicata allo studio di numerose manifestazioni tradizionali dal peculiare valore identitario, non disdegnando ma al contrario privilegiando un ambito tendenzialmente trascurato dalla ricerca etnografica quale quello urbano del capoluogo sardo. Coniugando la documentazione scientifica con un registro immediato e ampiamente intellegibile, basato sul potenziale comunicativo dell’immagine, DIES ha dato vita a Sardegna Visuale, una sorta di museo virtuale in costante aggiornamento, una vasta collezione di materiali audiovisivi, fotografici e testuali di assoluto livello e inediti, accessibili in qualunque momento e da ogni parte del mondo, che per la sua stessa natura si candida come punto di riferimento per l’illustrazione dell’offerta turistica di carattere culturale.

Inoltre, l’articolazione del portale su diversi gradi di approfondimento consente a Sardegna Visuale di qualificarsi come uno strumento indispensabile nei processi di ri-appropriazione di elementi fortemente identitari del patrimonio culturale locale, quali feste tradizionali e ricorrenze religiose o profane, contribuendo attivamente alla conservazione di queste ultime e alla loro trasmissione alle nuove generazioni, anche grazie all’adozione del linguaggio multimediale e del medium telematico.
Non ultimo, Sardegna Visuale si configura come terreno di confluenza di esperienze pluriennali nel campo della ricerca etnografica, e dunque come base fondante, stimolo e veicolo per i futuri sviluppi di studio in questo settore.

Le fasi di realizzazione del progetto. Il progetto Sardegna Visuale, realizzato con il contributo della Fondazione Banco di Sardegna e il Banco di Sardegna, affonda le sue radici nella pluriennale ricerca sul campo condotta da dalla fotografa e regista Marina Anedda e dai suoi collaboratori Laura Delussu, Simone Perra, Giuseppe Mantega e Andrea Mura, allo scopo di documentare il patrimonio delle ricorrenze tradizionali sarde oltrepassandone la suggestiva esteriorità rituale, e dunque catturando la “scena” della festa soprattutto in funzione di un’estesa esplorazione del suo “retroscena” socio-antropologico, vissuto e rivissuto a contatto con i suoi protagonisti, catturando le motivazioni profonde di questi ultimi, i significati collettivamente e individualmente riconosciuti alle tradizioni di cui fanno parte, i loro ricordi e la loro visione del presente e
del futuro.
Nell’ottobre del 2011, l’associazione DIES ha formulato e intrapreso il progetto di Sardegna Visuale come contenitore multimediale potenzialmente illimitato, in grado di ospitare i materiali già acquisiti nella precedente fase di ricerca, ma anche quelli che registreranno le future evoluzioni sui diversi fronti d’indagine già aperti e su quelli ancora da percorrere.
Al fine di raggiungere il massimo grado di fruibilità dei contenuti, organizzati in ampie sezioni tematiche, in fase di post-produzione questi sono stati dapprima selezionati e tradotti in videoclip e gallerie fotografiche, successivamente abbinati a brevi testi di natura introduttiva o esplicativa, che arricchiscono il potenziale comunicativo delle immagini, e infine collocati all’interno di una struttura ramificata, che permette ad ogni visitatore del portale di soffermarsi sul livello di approfondimento più adatto alle sue
caratteristiche, esigenze e interessi.

A inaugurare il portale è la sezione dedicata alla Settimana Santa cagliaritana nelle sue manifestazioni rituali e musicali e nelle sue implicazioni socio-antropologiche ed etnomusicologiche. I contenuti relativi alla Settimana Santa sono stati presentati al pubblico durante la serata inaugurale del progetto Sardegna Visuale, tenutasi il 28 marzo del 2012 nella chiesa di S. Domenico (Cagliari). La presentazione, che ha
richiamato l’attenzione del pubblico e dei media sulla rilevanza dei concetti di identità e tradizione nella gestione delle politiche culturali, è stata arricchita dagli interventi dei relatori dell’Università degli Studi di Cagliari, alternati all’esecuzione dal vivo di alcuni brani del repertorio della Settimana Santa da parte dei due gruppi di cantori di S. Giacomo e S. Giovanni e alla proiezione di immagini video e fotografiche.
La stessa formula è stata adottata per la seconda sezione di contenuti, dedicata alla festa di S. Efisio e presentata il 29 Aprile 2012 nella chiesa di S. Chiara. Anche in questo caso, il successo dell’iniziativa è stato decretato dalla scelta di alternare alla presentazione dei contenuti e agli interventi dei relatori le sonorità tradizionalmente legate alla Sagra di Maggio, quelle dei goccius intonati dai confratelli del Gonfalone sotto l’invocazione di S. Efisio Martire e quelle delle launeddas di Nicola Agus.

Con la terza sezione dedicata al carnevale di Mamoiada, Sardegna Visuale riafferma ed estende una delle direttrici di ricerca più caratterizzanti di questo progetto, ovvero il focus sul concetto di autenticità nel rapporto tra tradizione e modernità, documentando l’inevitabile trasformazione indotta dai processi di adattamento dei rituali dal sapore più arcaico, come la danza propiziatoria delle maschere mamoiadine, alla società contemporanea e alle dinamiche di folklorizzazione che contraddistinguono la
nostra epoca.

Nel corso del seminario di Antropologia Visuale della Facoltà di Studi Umanistici dedicato alla presentazione dei risultati della ricerca, interverranno il Prof. Felice Tiragallo, docente di Antropologia Visuale dell’Università di Cagliari, e gli antropologi Claudia Guendalina Sias e Francesco Bachis.

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