Giovedì 23 maggio alle 18,00 al Manàmanà di piazza Savoia a Cagliari, Ischia (Feltrinelli) di e con Gianni Mura. Dialoga con l’autore Celestino Tabasso.
Al termine A cena con Gianni Mura (menu a 23 € - prenot. allo 070-651759): per chiacchierare di sport... e di cibo. Con Non gioco più, me ne vado (Il Saggiatore). In collaborazione con UISP Cagliari.
Gianni Mura, giornalista e scrittore, è dal 1976 cronista sportivo della Repubblica. Dal 1991 firma la rubrica Mangia e Bevi sul Venerdì di Repubblica. È stato inviato della Gazzetta dello Sport e ha scritto anche per il Corriere d’Informazione ed Epoca. Ha diretto E il mensile di Emergency. È autore dei romanzi Giallo su giallo (Feltrinelli, 2007) e Ischia (Feltrinelli, 2012). Nel 2008 minimum fax ha pubblicato La fiamma rossa. Storie e strade dei miei Tour.
Ischia - Torna l'ineffabile ispettore Jules Magrite, con i suoi baffi, le maglie a righe, la passione per i cibi di qualità e i vini d'annata. Torna in Italia con al proprio fianco il fascinoso giudice Michelle Lapierre, conosciuta durante le indagini su un caso sanguinoso: con lei vive una storia d'amore fatta di passione e distanza, abbandono e pudore, tenerezza e disincanto, una di quelle storie d'amore che a volte spiazzano la maturità come lampi tranquilli. La loro vacanza a Ischia - o, come dicono i francesi, "Iscià" - è appena cominciata quando l'omicidio di un giovane rumeno scuote la quiete dell'isola. Magrite non tarda a farsi coinvolgere, anche perché è dal giorno del suo arrivo che Peppe 'o Francese - meglio noto ai flic come Pépé le Couteau, un personaggio che sembra uscito da un film di Duvivier o di Renoir lo riempie di racconti e confidenze, su di sé e sui suoi compaesani, come se davvero non avesse aspettato altro. E l'ispettore scopre ben presto che, dietro le bougainville, le scogliere e l'acqua limpida, si cela una realtà di gran lunga meno piacevole. E molto pericolosa. QUI la sua intervista a Fahrenheit Radio3
Non gioco più, me ne vado- Il giorno prima, l’attesa lieve, agitatissima: cosa accadrà? E poi è il giorno. Lo stadio è una muraglia di colori, di cori, di rumori. Ai lati del percorso gli appassionati di ciclismo si accalcano, attendono, scalpitano sui sandali. Sfilano i campioni in campo. I panchinari. Gli arbitri. Il quarto uomo. Sfilano i campioni sulla strada. I gregari. I fotografi. I suiveurs e i giornalisti. Il durante e il dopo. L’attesa, la tensione, la rassegnazione, la gioia. L’euforia. La poesia. Questo è un libro di sport, di calcio e di ciclismo. Di poesia. Non gioco più, me ne vado: un libro su di noi, che ci riconosciamo in quelle sfide, in quei momenti. QUI il suo intervento a Quelli che il calcio
Nessun commento