Sarà un compleanno molto speciale quello che il volto tra i più belli della Sardegna, quello del volontariato, festeggerà questo sabato a Cagliari. Sarà quello del 56imo compleanno di Intercultura nell’Isola. Onlus che dal 1955 promuove i programmi scolastici in oltre 60 Paesi in tutto il mondo per gli studenti delle scuole superiori, e che in Sardegna è molto radicata: ben 1.400 studenti partiti in questi 56 anni, che grazie a questa esperienza hanno potuto intraprendere una carriera nell’isola così come in Italia o all’estero, come la titolare della Cattedra di Storia delle relazioni internazionali nella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Cagliari, Liliana Saiu, il Consigliere regionale della Sardegna, Chicco Porcu, il dirigente medico presso l’azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari ed ex Consigliere d’Amministrazione di Intercultura, Antonio Maniga e Gianni Giugnini, pubblicitario, l’inventore, tra le tante, della comunicazione di Tiscali, 700 ragazzi stranieri ospitati nei 9 Centri locali sardi in cui i tantissimi volontari dell’associazione (solo quest’anno ci sono 150 soci) danno vita a degli incontri che cambiano il mondo.
A testimonianza del valore di quest’opera sono le numerose Borse di studio che vengono elargite dalla Regione Sardegna, Fondazioni, Banche ed Enti sarde a beneficio degli studenti più meritevoli e bisognosi del territorio. Nonché la presenza, il 22 dicembre, delle istituzioni alla festa di compleanno di Intercultura. Hanno confermato la loro partecipazione: Giampietro Comandini - Assessore Provinciale allo Sviluppo Economico, Attività Produttive, Rapporti con l’U.E., concertazione con le parti sociali e Turismo – ed Enrica Puggioni - Assessore Comunale alla Cultura. Inoltre, parteciperanno all’incontro anche i ragazzi appena tornati da Hong Kong, Ungheria, Messico, Rep. Domenicana e Thailandia, le famiglie ospitanti e i volontari di Cagliari, Macomer, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra, Olbia-Tempio, Oristano, Sassari e Terralbese.
Sono 86 gli studenti sardi al momento all’estero con Intercultura. Ben 23 di loro hanno potuto usufruire di una Borsa di studio sponsorizzata da: Allianz S.p.A., Associazione Regionale Sarda di Intercultura, Enav S.p.A., Fondazione Banco di Sardegna, Intercultura 5 per mille e Telecom Italia S.p.A. E anche per i giovani della Sardegna la sfida è stata scegliere culture molto diverse dalla nostra. Il 28% ha scelto come destinazione un Paese dell’America Latina (6 in Brasile, 5 in Argentina, 5 in Honduras, 3 in Costarica, 2 in Repubblica Domenicana, 1 in Cile e 1 in Venezuela) e l’8% di loro i Paesi dell’Asia (3 in Thailandia, 1 in Cina, 1 ad Hong Kong, 1 in Malesia e 1 in Giappone ). Anche in Europa le scelte non sono tra le più scontate: tra quel 34% che ha preferito le nazioni europee, ci sono 4 studenti attualmente in Ungheria e 1 in Russia. Il 28% ha scelto gli Usa e il 2% la Nuova Zelanda e la Repubblica del Sud Africa.
In questi Paesi gli studenti italiani, la maggior parte del terzo e del quarto anno di scuola superiore, accolti gratuitamente da una famiglia locale, stanno imparando sì una nuova lingua (non più solo l’inglese già appreso in Italia, ma il cinese, lo spagnolo, l’arabo, le lingue scandinave), ma svilupperanno quelle competenze che li aiuteranno ad avere una marcia in più nel mondo professionale e nelle relazioni interpersonali.
Secondo le ricerche di Intercultura e del network AFS Intercultural Programs di cui l’Associazione è partner (ad esempio quella condotta dal Prof. Mitchell R. Hammer, docente all’American University di Washington, su 1.500 studenti) il risultato più importante di queste esperienze è quello di sentirsi a proprio agio in ambienti internazionali. Questo grazie allo sviluppo di una forte confidenza con la lingua straniera (il 12% raggiunge un bilinguismo perfetto e il 35% parla fluentemente una seconda lingua), all’aumento dell’interazione con altre culture (da un 9% prima di partire al 13% una volta rientrati), e della quota di amicizie con persone di altri Paesi (dall’11% a 23%). Infine, tra le competenze che vengono a svilupparsi, vi sono una maggiore capacità di adattabilità, di presa di coscienza delle opportunità, un maggior pensiero critico, un’accresciuta indipendenza, una forte capacità di gestire l’ansia in situazioni di novità, la consapevolezza e l’apprezzamento del proprio Paese di origine e della propria cultura.
Una testimonianza in tal senso è stata data da Erica, borsista di Intercultura in Argentina nell’anno accademico 2011-2012, che a giugno di quest’anno scriveva: “Sono Erica, da nove mesi in Argentina con un programma Intercultura. Mi sento ormai quasi agli sgoccioli, e ora che ho una più ampia panoramica dei miei ultimi mesi, sto riflettendo tanto su quanto hanno significato per me. L’esperienza è stata difficile ma incredibilmente formativa, sono diventata più responsabile, ho imparato a affrontare le situazioni e se necessario ad arrangiarmi. L’esperienza mi ha anche aiutato a migliorare molti aspetti del mio carattere, sono diventata più paziente e molto più socievole, e non ho nessuna difficoltà a conversare con qualcuno che non conosco, o a lamentarmi su qualcosa che non sento giusto, o anche a chiedere scusa. Mi sento veramente cresciuta!
Io, tanto immersa e radicata nella mia cultura e nel mio paesino, nella mia famiglia, ho avuto il coraggio di lasciare tutto ricominciare in un altro Paese nel mondo, con un'altra cultura, un'altra lingua, altra gente. Ho vinto la nostalgia, che è stata uno dei miei più grandi problemi, e mi sono integrata, ho conosciuto gente amorevolissima, molto ospitale e buona, educata e gentile, dalla pelle nera, cotta dal sole "quemador" delle Ande.[..] Ho imparato a dare un valore alle persone che conosco, alla terra in cui vivo, alle cose che vedo, al cibo che mangio, alla situazioni in cui mi ritrovo.[..] Fra 51 giorni sarò di nuovo a casa, e non so se essere felice o triste di tornare… Sono felice perché la mia famiglia, il mio paesino, la mia terra e la mia cultura mi sono mancati tantissimo, ma allo stesso tempo adoro l'Argentina, questa gente amichevole e ospitale, e adoro l'esperienza che sto avendo, mi ha insegnato tanto! Vorrei terminare ringraziando di cuore il mio sponsor e la Fondazione Intercultura per avermi permesso tutto questo… Grazie, e per favore non smettete mai di fare quello che fate!”
Ma per conoscere il mondo e andar lontano non sempre è necessario partire. Lo sanno bene le 40 famiglie locali che solo l’anno scorso hanno accolto studenti stranieri provenienti da oltre 60 Paesi per un anno, sei mesi o un periodo più breve. Si tratta di famiglie comuni, che sfidano l’immagine della famiglia moderna in crisi, i cui i membri sono divisi nel quotidiano auto isolamento davanti alle proprie postazioni internet. Sono genitori che condividono con i figli un progetto che li terrà uniti per diversi mesi, cercando assieme di aiutare un altro membro ad integrarsi nella loro vita di tutti i giorni e nella loro cultura. Sono figli che si mettono in gioco con i genitori, iniziando a percorrere in famiglia la strada della crescita interculturale.
Per maggiori informazioni sulle attività di Intercultura in Sardegna, è possibile visitare il sito internet, all’indirizzo www.intercultura.it.
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