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Presentata la prima edizione della manifestazione Øscena Festival

27 luglio 2012, 09:10
A Cagliari 11-14 ottobre 2012 Nuovi teatri dalla Lombardia

Oggi, 26 luglio 2012 alle ore 11.30 nella terrazza del Teatro Massimo di Cagliari, è stata presentata la 1° edizione di Øscena Festival, manifestazione organizzata dal Cada die Teatro e dal Teatro Stabile della Sardegna con il sostegno di Fondazione Cariplo che intende offrire al pubblico uno spaccato della nuova scena teatrale della Lombardia, in particolar modo quella sostenuta e promossa dalla stessa Fondazione di origine bancaria attraverso il progetto di Residenze Être.

La collaborazione tra il Cada Die Teatro e il Teatro Stabile della Sardegna nasce dalla forte esigenza di presentare alla città un teatro di qualità e dal desiderio di andare ad esplorare ed indagare quel che si muove nei nuovi teatri delle altre regioni d’Italia, dopo il raggiunto traguardo dei centocinquanta anni d’unità, si vuole ripartire per un viaggio che nella nostra umile ambizione vuole da quest’anno ai prossimi a venire, regione dopo regione, presentare al pubblico cagliaritano le inquietitudini, le differenze e le costanti di questo nuovo teatro.

La prima regione ospitata è la Lombardia con 6 compagnie scelte tra le 22  delle residenze teatrali del progetto Etre promosso da Fondazione Cariplo.

ØSCENA FESTIVAL vedrà la sua realizzazione nei rispettivi spazi che le due compagnie animano: il Teatro Massimo e il Teatro La Vetreria. Un modo per mettere in collegamento la città, i pubblici e le poetiche col fine di realizzare una nuova mappa del teatro cittadino.

Sono intervenuti alla conferenza:

Giancarlo Biffi, Direttore Artistico del Cada Die Teatro,

Guido De Monticelli, direttore artistico del Teatro Stabile della Sardegna,

Mimma Gallina, Consulente generale del Teatro Stabile della Sardegna intervenuta anche per nome di Fondazione Cariplo.

Maria Grazia Sughi, presidente del Teatro Stabile della Sardegna

Enrica Puggioni, Assessore alla Cultura del Comune di Cagliari.

L’Assessore alla Cultura si è detta entusiasta di un progetto che nasce dalla sinergia tra due realtà teatrali di grande spessore e va contro la visione di un teatro chiuso dentro schemi artistici, di genere e di luogo. “Un idea forte che è possibilità di arricchimento professionale per la nostra regione e che ha dimostrato capacità di attirare finanziamenti privati da una fondazione lombarda”.

Øscena è la realtà a cui ci riferiamo, in cui ci costringiamo a vivere e che ostinatamente giorno dopo giorno coltiviamo.

E chi può meglio raccontarci questo fenomeno di decadimento se non chi lo subisce più pesantemente?

La generazione degli anni Ø, la generazione nata precaria, a cui è negato ogni scampolo di futuro, e che tra l’11 e il 14 ottobre proverà a narrarcelo attraverso la messa in scena di sei rappresentazioni da parte di sei compagnie provenienti dalla regione più ricca d’Italia.

Compagnie di qualità e dal forte carattere che proveranno a mostrarci con poetiche e modalità di messa in scena molto differenti fra loro, l’oscena realtà in cui la nostra società è avviluppata. 

Dura critica ad una società che gettatasi al folle inseguimento dell’edonismo ad ogni costo, nell’arrogante impudenza di dissoluti comportamenti ostentati senza vergogna, nella cessazione d’ogni simulazione, si è fatta “scena”.

A questo punto, cosa può fare il teatro se non tornare a raccontare il reale come fosse un’illusione?

Poiché come sosteneva un acuto sociologo, Jean Baudrillard: “Più vero del vero si ha l’osceno” ma la casa della finzione che nell’amplificazione del più vero del vero, ha sempre trovato la sua massima espressione, non è sempre stata il teatro?

Allora che fare, quando l’osceno si pone come la fine della scena, come il superamento d’ogni illusione o segreto?

Una scena defraudata dal reale, per non estinguersi non può che assorbirlo, concentrarlo e come uno specchio rifletterlo in tutta la sua spietata tragicomica oscenità.

Sarà questo quel che proveranno a mostrarci i nuovi teatri in arrivo dalla Lombardia, e vi raccomando… non perdeteli, ne vale proprio la pena.
 

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