Nel 75esimo anniversario della sua morte, Cagliari ricorda Antonio Gramsci. Lo fa con la posa di una targa sulla facciata dell'ex liceo ginnasio Dettori, in piazzetta Dettori, nel cuore della Marina, dove il filosofo e politico sardo studiò dal 1908 al 1911.
Una targa in marmo bianco, con il profilo di Gramsci e la frase “Istruitevi perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza", fortemente voluta dall'Istituto Gramsci che da diversi anni sollecitava le istituzioni per la posa. Sollecitazioni che hanno trovato risposta nel Comune, nella Provincia e nella Regione: «Ci pensavamo da tanto tempo», ha spiegato il direttore Eugenio Orrù, «ed è grave che abbiamo dovuto attendere tanto. Ma è bello che oggi questa targa ci sia e quel messaggio sia ben visibile a tutti».
«Quello che colpisce, di Antonio Gramsci, è la forza del pensiero», ha sottolineato il sindaco Massimo Zedda: «Era un uomo piccolo, non poteva incutere timore fisico. Eppure spaventava governi e dittature. Da recluso riuscì a scrivere testi che oggi sono studiati in tutto il mondo, e pensare a un ragazzo di una università americana che oggi legge di Ales e Ghilarza, due piccoli paesi della Sardegna, fa capire l'importanza del suo pensiero. Che deve essere un incoraggiamento, oggi, per i nostri giovani affinché non vedano la nostra isola come un recinto ma come un campo da cui guardare al mondo con curiosità e con la voglia di cambiarlo. Con la certezza che solo attraverso l'istruzione e la cultura si possano fare passi in avanti».
«Dispiace», ha continuato il sindaco, «che proprio in piazza Gramsci, nel centro della città, nei giorni scorsi si sia svolta una manifestazione fascista per commemorare i morti della repubblica di Salò. C'è un'altra data, per commemorare i morti, ed è il due novembre: mi auguro che dal prossimo 25 aprile non ci siano più appuntamenti di quel tipo. E' per questo che la memoria è importante: manca ancora, ad esempio, a Cagliari, una targa per Emilio Lussu in piazza Costituzione. Quello che serve è un ricordo collettivo: lavoriamo perché dal prossimo anno, 70esimo anniversario dei bombardamenti su Cagliari, sia vivo in tutti noi. La città non fu bombardata per caso, come qualcuno vuole far credere: le bombe caddero sulle nostre case perché l'Italia fascista era alleata con i nazisti».
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