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"Andata/Ritorno/Andata": il teatro scientifico di Verona

2 dicembre 2008, 11:34
Teatro Sant'Eulalia di Cagliari, venerdì 5 dicembre 2008 ore 21.

Penultimo appuntamento con le rassegne “Tonara (h) a Teatro” e “Ouverture” organizzate da Il crogiuolo al Teatro Comunale di Tonara e al Teatro Sant'Eulalia di Cagliari, rispettivamente giovedì 4 e venerdì 5 dicembre 2008, alle ore 21, andrà in scena lo spettacolo ANDATA/RITORNO/ANDATA del Teatro Scientifico – Teatro/Laboratorio di Verona.

Lo spettacolo nasce da un progetto di Jana Balkan, la scrittura drammaturgica è di Marco Ongaro, autore anche delle musiche e canzoni originali arrangiate da Enrico Terragnoli, in scena Isabella Caserta e lo stesso Marco Ongaro. Firma la regia Walter Manfré.

Il progetto nasce dalla constatazione che spesso molti stranieri approdano in Italia e in Europa con tanti sogni da realizzare, in primo luogo la speranza di trovare un lavoro e, una volta risolte le loro difficoltà economiche, ritornare nel loro paese.
Quello che ci aspetta è una società multietnica e una cultura che deve guardare, pur nel rispetto e nella salvaguardia della nostra, alla pacifica convivenza di popoli culturalmente diversi, che trovano nello scambio del loro sapere e delle loro civiltà la crescita reciproca.

La storia si sviluppa con una successione di quadri che servono a giustificare la decisione del lungo viaggio fatto da Olga da uno sconosciuto villaggio della Moldavia per arrivare nel nuovo Eldorado dell’Italia. Sistemarsi e tornare, costruire una casa nel proprio villaggio, far studiare i figli, assicurare loro un futuro migliore.
E tutto questo con il desiderio del ritorno, che si fa sempre più forte accanto alla nostalgia, quasi a cancellare il tempo, a cancellare le esperienze fatte fuori della propria comunità o a sentirle come non totali.
Umorismo e amarezza s’intrecciano in una regia che accompagna e sottolinea la forza e la poesia del testo. In scena, Isabella Caserta racconta e interpreta in un crescendo talora drammatico, talora spensierato, storie di disperazione di una vita precaria, della mancanza d’identità, dei dubbi sull’esistenza.
Lo spettacolo si avvale della musica e delle canzoni originali scritte appositamente da Marco Ongaro, affermato cantautore (Premio Tenco 1987) e scrittore veronese, che canta dal vivo scandendo così i passaggi della narrazione.

Walter Manfrè così scrive nelle note di regia:
“Un movimento continuo, andata – ritorno - andata, domina questa nostra riflessione/spettacolo sull’andamento della vita umana. Il tema del viaggio, ormai desueto per la continuità con cui è stato trattato dai poeti, torna qui prepotente come costante di una povera anima che, se non fosse per la propria ingenuità e la solarità che la pervade, sarebbe da catalogare nel ciclo dei vinti di verghiana memoria.
Ma qui la nostra “eroina” vince. Vince. Non trionfa. Sa attraversare con ostinazione il momento "Peripezie" che ogni racconto impone ed arrivare al porto sicuro di un luogo senza mare dove sa ristabilire l’ "Equilibrio"...
Quanta malinconia durante il percorso, quanta paura. Ma anche quanto calore: di fuoco di legna, di farine impastate, di pani, di case, di occhi di bambini. E poi odori di morte, di vita e tradizioni e regole e leggi che gente da lei lontana ha chiamato con nomi strani.
Il linguaggio poetico si mescola alla cronaca, il quotidiano diventa sogno, il dolore racconto. E le canzoni, storie anch’esse di altri, di sogni di altri, di vite di altri si intersecano con preghiere e sussurri e canti folklorici e litanie per essere insieme, tutti, Poesia”.

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