Eventi

No a tutti i razzismi

Autore: Laura Carossino,
21 marzo 2012, 12:47
A Cagliari catena umana contro il razzismo.

Il 21 marzo è stata dichiarata dalle Nazioni Unite “Giornata mondiale contro il razzismo” per ricordare il massacro di Sharpeville del 1960, la giornata più sanguinosa dell’apartheid in Sudafrica: in quell’occasione, infatti, 69 manifestanti neri vennero uccisi da 300 poliziotti bianchi.

La città di Cagliari insieme a più di 30 città italiane ha partecipato con grande entusiasmo alla manifestazione, che si è tenuta stamane in Piazza del Carmine.

Giornata mondiale contro il razzismo catena umana in Piazza del Carmine a CagliariUna catena umana, composta da persone provenienti da tutte le parti del mondo, insieme al Sindaco Massimo Zedda e alla Presidente della Provincia di Cagliari Angela Quaquero, ha abbracciato  la piazza  sulle note di "Questo è l'ombelico del mondo".

Questa giornata promossa dalla Provincia di Cagliari insieme a tantissime associazioni e in particolar modo dall'UNAR,Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei ministri, ha voluto far sì che la città di Cagliari potesse gridare pubblicamente e a gran voce il suo no al razzismo e alla xenofobia.

"E' stata bellissima l'accoglienza che ho ricevuto oggi da parte di tutti i cittadini che hanno partecipato a questa importante manifestazione -ha detto il Sindaco Massimo Zedda - da parte mia e della città di Cagliari ho voluto dare un segnale concreto, contro ogni forma di razzismo e discriminazione, dando la cittadinanza a una bambina cinese".

Significativa la nota su un social network come facebook del Presidente della Provincia Angela Quaquero "Oggi abbiamo dato a 53 bambini richiedenti asilo altrettanti attestati di appartenenza alla Provincia di Cagliari. Avremmo voluto dare molto di più: la cittadinanza italiana ai bambini nati in Italia e a quelli che in Italia vivono, studiano, giocano e fanno sport. Proprio come tutti gli altri bambini. E chieder troppo?".

Cagliari ancora una volta si è dimostrata città ospitale, sempre pronta ad aprire le porte ad altre culture e altre religioni al grido di "Benvenuto nuovo popolo di Sardegna".

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