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"Pedalare, la grande avventura del ciclismo italiano" di e con John Foot

22 novembre 2011, 11:40
L'autore incontra i lettori venerdì 25 novembre alle 19 al Manàmanà a Cagliari.

Venerdì 25 novembre alle 19,00 al Manàmanà John Foot incontra i lettori in occasione dell’uscita di Pedalare, la grande avventura del ciclismo italiano - Rizzoli.

Alle 21,00 a cena con l’autore: dall'antipasto al dolce un menu dedicato alla bicicletta a soli 20€. Scoprilo e prenota allo 070 651759.

La serata è organizzata in collaborazione con l'Associazione Italia - Inghilterra

Pedalare, la grande avventura del ciclismo italiano - Il campionissimo e la locomotiva umana, l’airone, l’intramontabile e il terzo uomo, il postino e il cannibale, la maglia rosa e la maglia nera, il pirata e i gregari: storie, aneddoti ed eroi di uno sport che ha diviso il Paese e di una passione che lo ha unito. Nel 1909 sulla scia del successo del Tour de France, si corre il primo Giro d’Italia organizzato dalla “Gazzetta dello Sport”. Da allora l’Italia dei dialetti si avvia a parlare un’unica lingua e conosce uomini come Ottavio Bottecchia, il primo italiano a conquistare il Tour, che pedala per gli “schei”; il campionissimo Costante Girardengo che dà vita alla leggenda di Novi Ligure; Fiorenzo Magni, vissuto all’ombra di due antagonisti troppo grandi; Coppi e Bartali divisi dalla rivalità e uniti da una borraccia; poi Felice Gimondi, il cannibale Eddy Merckx, Francesco Moser, fino all’ultimo tragico eroe Marco Pantani. Una cosa tutti questi campioni hanno in comune: spesso provenienti da condizioni sociali svantaggiate — umili contadini, operai o muratori giunti al professionismo soffrendo e sudando — hanno saputo farsi interpreti della voglia di riscatto di un Paese e ricucire gli strappi delle sue molte crisi. E hanno suscitato un giornalismo poetico e appassionato, anche se alcuni hanno finito con lo stravolgere negli scandali del doping i loro stessi miti fatti di sacrificio, imprese e primati. In una parabola che va dall’età aurea del ciclismo ai giorni nostri, lo storico inglese John Foot ci racconta questi campioni, e attraverso le loro avventure ripercorre la storia di uno sport e, in filigrana, dell’Italia. Perché in sella all’«anticavallo» gli italiani sono andati a lavorare, a fare l’amore e la guerra, a scioperare e a portare i messaggi ai partigiani, a godere delle domeniche al mare e a riscoprire la città durante la crisi del petrolio. Per questo il “ciclismo lavoratore”, come lo definiva Orio Vergani, “quello dei poveri, delle strade fangose, degli pneumatici strappati con i denti dal cerchione di legno” fa parte di un passato che non tornerà, ma che ha segnato per sempre la nostra identità culturale.

 John Foot (Londra 1964) insegna Storia italiana contemporanea presso il Dipartimento di italiano dell’University College di Londra, e divide la vita fra la capitale inglese e Milano. Oltre ad aver diretto il documentario Ringhiera. Storia di una casa (2004), in Italia ha pubblicato Milano dopo il miracolo. Biografia di una città (Feltrinelli 2003) e Fratture d’Italia (Rizzoli 2009).

 

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