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Pupi Avanti, un regista al titmo di jazz

3 novembre 2011, 15:44
Una retrospettiva intitolata Pupi Avati. Da sabato 5 novembre all’11 dicembre

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 In sintonia con le precedenti edizioni dedicate al cinema italiano d’autore, a partire da sabato 5 novembre 2011 e fino all’11 dicembre, l’associazione culturale L’Alambicco in collaborazione con La Macchina cinema, la Società Umanitaria-Cineteca Sarda di Cagliari e con il patrocinio degli Assessorati della Cultura della Regione autonoma della Sardegna, del comune di Cagliari e del comune di Elmas, propone una retrospettiva intitolata Pupi Avati, un regista al ritmo di jazz, dedicata al regista bolognese. La retrospettiva verrà ospitata nei locali della Società Umanitaria di Cagliari, in viale Trieste 126. La rassegna prevede oltre a una selezione dei più significativi film del regista, un concerto jazz che si terrà il 10 dicembre presso il teatro comunale di Elmas, in via Goldoni; un convegno di studi, l’incontro con il pubblico e un premio alla carriera a Pupi Avati e al fratello Antonio storico produttore e cosceneggiatore dei suoi film, l’11 dicembre a Cagliari in una struttura ancora da individuare. Ulteriori informazioni sul convegno, l’incontro con il pubblico, la consegna del premio alla carriera e il concerto jazz verranno comunicate durante la rassegna e attraverso brochure, locandine, sito web e comunicati stampa.

Pupi Avatiè uno dei più prolifici e creativi registi cinematografici italiani. Il suo percorso artistico ha origine dall’innamoramento per la musica jazz, prima il contrabbasso e poi il clarinetto. Ma incerto sul suo talento musicale, abbandona la musica e viene travolto dalla passione per il cinema. Scrive e realizza il suo primo film, Balsamus, l’uomo di Satana(1970) apprezzato da Mario Monicelli e Dario Argento, mentre la sua seconda opera Thomas… gli indemoniatisi rivela un fallimento. Dopo questo insuccesso abbandona Bologna e si rifugia con la famiglia a Roma. Nella Capitale ha la fortuna di incontrare l’attore Ugo Tognazzi che si offre, senza cachet, per interpretare la parte del protagonista nel suo terzo film, La mazurka del barone , della santa e del fico fiorone (1975) che riscuote un buon successo di critica e pubblico. Con Bordella (1976), film sorprendente ma poco amato dal regista, inizia a collaborare col fratello Antonio. Insieme nel 1986 costituiscono la casa di produzione DueA Film. In questo modo raggiunge l’indipendenza produttiva: scrive le sceneggiature dei suoi film che spesso diventano dei romanzi e può scegliere con ampia libertà gli attori. Alcuni come Gianni Cavina, Carlo delle Piane, Lino Capolicchio e Nik Novecento sono diventati una costante fissa di tanti suoi film. Film che Avati ambienta nella quasi totalità nella sua regione, l’Emilia. A Bologna e dintorni viene a comporsi una sorta di saga, fatta di gite scolastiche (Una gita scolastica, 1983), impiegati (Impiegati, 1985), feste di laurea (Festa di laurea, 1985), regali di Natale (Regalo di Natale, 1986), sposi (Sposi, 1988), ragazzi e ragazze (Storia di ragazzi e di ragazze, 1989), fratelli e sorelle (Fratelli e sorelle, 1992), dichiarazioni d’amore (Dichiarazioni d’amore, 1994), testimoni dello sposo (Il testimone dello sposo, 1997), vie degli angeli, dedicato alla memoria della madre Ines (La via degli angeli, 1999), cuori altrove (Il cuore altrove, 2003) e rivincite di Natale (La rivincita di Natale, 2004). Con il piglio del cantastorie per immagini, con storie o microstorie se si preferisce, sospese tra realtà e favola, tra aspirazione e sogno. Non dobbiamo dimenticare le incursioni nell’horror: La casa delle finestre che ridono(1976) e Zeder (1983); o nel fiabesco Le strelle nel fosso(1979); nel biografico Noi tre(1984) o nel musicale Bix (1991); nello storico L’arcano incantatore(1996) o nel giallo L’amico d’infanzia(1994). Per cimentarsi ancora nei film in costume Magnificat (1993) e I cavalieri che fecero l’impresa(2001). Di assoluto rilievo le sue prove televisive tra il 1978 e 1982: le tre puntate di Jazz Band, le quattro di Cinema!!!, le tre di Dancing Paradise. Nel 2003, ottiene il David di Donatello per la migliore regia per Il cuore altrovecon la coppia Neri Marcoré e Vanessa Incontrada, storia d'amore fra un giovane insegnante e una viziata ragazza cieca nella Bologna degli anni Venti. E dopo il biografico Ma quando arrivano le ragazze?(2005), tornerà a dirigere Marcorè in La seconda notte di nozze(2005), tratto da un suo libro e l'Incontrada in La cena per farli conoscere(2007), con un ritrovato Abatantuono. Nel 2010 torna al cinema con la commedia amara Il figlio più piccoloe il drammatico Una sconfinata giovinezza.

Il cinema di Pupi Avati è un cinema del sentimento, mai piagnucoloso, che coniuga ricordi ammantati dal velo della malinconia, come vecchie cartoline ingiallite dal tempo che passa; l’amicizia con i vecchi compagni d’avventura che dura negli anni; la famiglia, porto d’attracco sicuro pur nelle sue mille contraddizioni. E gli incubi sedimentati nei racconti delle vecchie contadine romagnole, custodi di tradizioni e antiche superstizioni che hanno dato origine e ispirazione ai film horror del regista. 

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