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“Donna non rieducabile” con Ottavia Piccolo

31 ottobre 2011, 12:37
Al teatro Massimo dal 3 al 5 novembre ore 21.00

“DONNA NON RIEDUCABILE” al TEATRO STABILE DELLA SARDEGNA: Ottavia Piccolo da voce ad Anna Politkovskaja con uno spettacolo tratto dagli scritti della giornalista cecena.

“DONNA NON RIEDUCABILE” di Stefano Massini, regia di Silvano Piccardi
con Ottavia Piccolo.
musiche per arpa eseguite dal vivo da Floraleda Sacchi

TEATRO MASSIMO (dal 3 al 5 novembre h 21.00)

Il saluto che qui in Cecenia si scambiano per strada, ancora oggi, non è “buongiorno”,“buonasera” o “Dio ti benedica”Ma “ti auguro libertà”.

In arrivo il terzo spettacolo in programma per la Stagione 11/12 (la campagna abbonamenti è ancora aperta) del Teatro Stabile della Sardegna. “Donna non rieducabile” con Ottavia Piccolo è un monologo pensato da Stefano Massini che ha adattato in forma teatrale brani autobiografici e articoli di Anna Politkovskaja.

Dopo il crollo del Regime sovietico, la Russia sembrava avviata verso una nuova democrazia. L'assassinio di Anna Politkovskaja ha allungato un'ombra terribile su questa illusione. Anna non era una militante politica, era una giornalista. Una giornalista e una donna, senza alcuna mira di potere o altro, se non quello di portare avanti, con tenacia e determinazione, il proprio mestiere. Il suo fu uno sguardo aperto, senza prevenzioni né compromessi, su quanto avveniva nel suo paese, partendo dalla lontana Cecenia, per arrivare a incontrare i momenti più terribili della recente storia russa (dalla strage al Teatro Dubrovka di Mosca, a quella nella scuola di Beslan).
La vita di Anna è diventata qualcosa di unico e di emblematico, in cui la vicenda personale e professionale ha finito con l'assumere di per sé un meta-significato, un valore simbolico di qualcosa che ancora sembra sfuggire alla comprensione e alla coscienza contemporanea.
Anna si riteneva, ed era, una "giornalista". Un ruolo sempre più scomodo nella "società della comunicazione" e del controllo mediatico delle coscienze: in questa "civiltà", fare cronaca, pura e semplice e sincera cronaca, significa essere già in prima linea, esposti quindi a tutte le forme di rappresaglia, dalla più indiretta, silenziosa e segreta, alla più mirata e tragica.
Anna Politkovkaja è diventata pertanto simbolo di tutte quelle bocche messe a tacere e di quelle menti oneste ritenute ostili da sistemi politici antidemocratici e violenti. Un esempio di resistenza delle menti.

Il monologo illustra l’esistenza quotidiana della giornalista attraverso una ventina di quadri o “istantanee” - come le definisce l’autore Stefano Massini - che mostrano i diversi momenti della sua vita e del suo lavoro, il più delle volte coincidenti, come per chi ha scelto con amore devoto un mestiere e per quest’ultimo vive e lotta, fino alla morte.
Scenicamente è proprio un viaggio da ferma nella mente di una donna fagocitata dalla solitudine, fino a esserne soffocata. Lasciata sola al semplice tavolino e alle sue carte a testimoniare la sua piccola immensa libertà di donna libera che ha visto l’orrore e non può tacere.

 
Nell’ambito della rassegna “A Mosca, a Mosca!” e in occasione della permanenza dello spettacolo al Teatro Stabile della Sardegna, avranno luogo gli incontri:

2 novembre ore 20.30 - Cineteca Sarda
Film “Cecenia”, dedicato al reporter di guerra Antonio Russo, presenti in sala il regista del film Leonardo Giuliano e la direttrice artistica Caterina Nardi

3 novembre ore 18.00 -  Teatro Massimo-Minimax
dialogo e presentazione di e su “Quaderni russi –La guerra dimenticata dal Caucaso”, Mondadori edizioni con Igort e Ottavia Piccolo.

5 novembre ore 18.00 -  Teatro Massimo-Minimax
“Giornalisti non rieducabili”, incontro-dibattito con Giovanni Maria Bellu, Luca Rastello e Ottavia Piccolo.

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