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Bullismo: presentazione del nuovo Servizio di Consulenza Peer to Peer

7 novembre 2008, 13:29
Seminario internazionale al Lazzaretto di Cagliari il 14 e 15 Novembre 2008. Patrocinio del Comune di Cagliari e dell’Assessorato alle Politiche Scolastiche del Comune di Cagliari.

Parte 3 di 4

INFORMAZIONI UTILI SUL BULLISMO ED IL CYBERBULLISMO
Definizioni ed aspetti epidemiologici
(A cura di Maria Elena Saturno, Luca Pisano, IFOS)

DEFINIZIONE DI BULLISMO
Con il termine “bullismo”, dall’inglese bullying, si identificano tutti quegli atti che mirano deliberatamente a far male o a danneggiare un coetaneo e che si ripetono nel tempo, protraendosi per settimane, talvolta mesi o anni.
Il bullismo è un fenomeno sempre più diffuso in ambito scolastico, sono molti, infatti, gli episodi di bullismo che avvengono all’interno della scuola: nelle aule stesse, ma soprattutto in quei luoghi (corridoi, bagni, cortili, laboratori, spogliatoi della palestra…) ed in quei momenti (ricreazione, ingresso ed uscita…) nei quali, evidentemente, la vigilanza degli adulti è ridotta.

Tre sono le caratteristiche essenziali del bullismo:

  • Intenzionalità della condotta vessatoria: il bullo agisce deliberatamente con la precisa finalità di arrecare danno e procurare sofferenza, fisica e/o psicologica, alla vittima
  • Persistenza nel tempo di tali atti: sebbene anche un singolo episodio grave possa essere considerato una forma di bullismo, solitamente le prevaricazioni sono frequenti e ripetute
  • Asimmetria di potere: tra il soggetto bullo e la vittima intercorre una relazione asimmetrica, all’interno della quale il bullo mantiene stabilmente una posizione up, la vittima rimane down, senza avere la forza di reagire per porre fine alla situazione di disagio.

Il bullismo può assumere quattro forme:

  • Bullismo fisico: colpire con pugni o calci, appropriarsi degli effetti personali di qualcuno o danneggiarli;
  • Bullismo verbale: deridere, insultare, prendere in giro ripetutamente qualcuno, fare affermazioni razziste;
  • Bullismo indiretto: diffondere pettegolezzi fastidiosi o false dicerie sul conto di qualcuno;
  • Bullismo relazionale: escludere uno o più coetanei dai gruppi di aggregazione.

Per la sua qualità di fenomeno relazionale, nel bullismo il bullo non agisce isolato, ma può contare sulla cooperazione diretta dei compagni, o quantomeno sul loro “sostegno” indiretto, spesso espresso attraverso un tacito consenso o la più totale indifferenza, che, tanto quanto la partecipazione attiva, hanno l’effetto di mantenere nel tempo i comportamenti bullistici.
Nella dinamica del bullismo possiamo così individuare diverse figure che, attivamente o in maniera passiva, partecipano alle violenze agite: oltre al bullo e alla vittima troviamo i gregari, ossia gli “aiutanti” del bullo che insieme a lui o su suo mandato mettono in atto le violenze, gli spettatori e gli esterni, quella maggioranza silenziosa che non interviene a porre fine alle aggressioni, il difensore, generalmente uno studente nella classe che, in maniera isolata, sostiene e cerca di proteggere le vittime.

CENNI SUL CYBERBULLISMO
Il cyberbullismo può essere considerato la moderna “estensione” dei comportamenti bullistici. Nel mondo virtuale e con un uso scorretto della attuale tecnologia, il cyberbullo agisce ai danni di vittime designate, con il preciso intento di danneggiarle, ripetute e moleste “aggressioni sociali online”.
Alcune tra le forme più comuni di cyberbullismo sono l’invio di e-mail, sms, mms offensivi, scortesi e insultanti o dai contenuti minacciosi, la diffusione di immagini, foto o video clips miranti a danneggiare la reputazione della vittima, le chiamate telefoniche ripetute e moleste, l’esclusione da una chat rooms, la creazione di siti web offensivi, la condivisione online di informazioni imbarazzanti o personali riguardanti un’altra persona.

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