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A Cagliari “Senza catene. L’orrore degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari”

Autore: Alessandro Floris,
14 settembre 2011, 09:52
Nel Centro comunale d'arte Il Ghetto 16-17 Settembre l'importante convegno nazionale . Un fondamentale momento di incontro tra Società Civile e Istituzioni sulle questioni legate alla salute mentale.

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“Non esistono persone normali e non, ma donne e uomini con punti di forza e debolezza ed è compito della società fare in modo che ciascuno possa sentirsi libero, nessuno sentirsi solo.”

Saranno due giornate di confronto e ascolto, quelle che animeranno la Sala Convegni cagliaritana del centro culturale “ Il Ghetto”. Il convegno nazionale “Senza catene “, organizzato dal Comitato Stop OPG Sardegna con il patrocinio del Comune di Cagliari, prevede un ricco programma di incontri e dibattiti sul discusso tema della riforma psichiatrica e dell'applicazione o meno della legge 180.

La legge 180, nota come “ legge Basaglia” dal nome del suo promotore, propone un cambiamento culturale nei confronti dei pazienti affetti da sofferenza mentale: i pazienti tornano ad essere uomini, ovvero persone in crisi, con il riconoscimento dei propri diritti e la riappropriazione della propria individualità. Franco Basaglia, noto psichiatra e neurologo italiano scomparso nel 1980, era convinto infatti che fosse  necessario un superamento degli ospedali psichiatrici, intesi come luoghi di emarginazione e non di cura.

Le numerose Istituzioni presenti ( prevista anche la partecipazione dell'assessore alla Politiche Sociali del Comune di Cagliari  Susanna Orrù ) potranno confrontarsi sui temi delle politiche sociali e sanitarie, ascoltando le proposte della Società Civile, delle famiglie e delle associazioni, anche attraverso un analisi  dello stato di salute dei diritti umani e  di cittadinanza in Sardegna.

Gisella Trincas, presidente dell' ASARP (  Associazione Sarda per l’Attuazione della Riforma Psichiatrica ) e una delle promotrici dell'evento,  è convinta dell'importanza del confronto, al fine di sollecitare le Istituzioni ad un ruolo attivo sul tema. “ Per superare il problema degli OPG è fondamentale che sia affrontato il caso di ogni singolo paziente in maniera personalizzata, in modo tale da attuare un percorso di recupero e di restituzione della propria individualità. Spesso all'interno di questi centri sono rinchiuse persone che non hanno commesso nessun reato, ma vengono ritenute pericolose in base ad una perizia superficiale. E' necessario studiare le modalità affinché sia attuato il DPCM del I Aprile 2008 , stabilendo in maniera chiara gli interventi clinico-riabilitativi delle funzioni sanitarie  e bloccando gli invii di nuovi pazienti negli OPG .”

“ E' necessario inoltre dare tutele e garanzia  ai cittadini nelle carceri che presentano problemi di sofferenza mentale, in quanto devono essere accompagnati anch'essi in un percorso di sostegno ”, aggiunge Roberto Loddo, presidente dell'associazione 5 Novembre. “ Come comitato noi vigileremo affinché non nascano nuove strutture sostitutive a carattere restrittivo, magari celate da un differente nome, ma con le stesse caratteristiche degli OPG”.

Il tema è certamente delicato ed il dibattito aperto: c'è chi ritiene  il DPCM del 2008, così come la legge 180, viziati dalla limitata attenzione ad una ristretta cerchia di pazienti psichiatrici gravi con alta pericolosità , che necessiterebbero di strutture più contenitive. Spesso il peso maggiore ricade sulle  famiglie, lasciate sole ed impreparate a gestire il proprio caro sofferente.

Una cosa è certa, come denunciato dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano: gli ospedali psichiatrici giudiziari “ calpestano i diritti e la dignità della persona e umiliano l'Italia davanti all'Europa”. Il convegno“Senza catene. L’orrore degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari” ha un obiettivo primario: trovare una soluzione e dare una risposta concreta  a chi troppo spesso è rimasto inascoltato.

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