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Il sistema extra alberghiero in Sardegna: grandi potenzialità e bisogno di aggregazione

Autore: Alessandro Solinas,
20 giugno 2011, 08:16
Il punto sullo stato di salute del settore nel Convegno organizzato dal Comune di Cagliari e l’Associazione Domu&Posada.

Gode di robusta costituzione e tanta voglia di crescere ancora, ma soffre  di una  innata riluttanza a far gioco di squadra. E’ questa la diagnosi sul sistema extra alberghiero in  Sardegna  che arriva dagli esperti del settore riuniti in convegno a Pirri nella sede dell’ex Distilleria. Il censimento eseguito dall’Associazione Domu&Posada, che ha organizzato l’incontro insieme al Comune di Cagliari, conta 1691 B&B  nel territorio regionale:  399  nella Provincia di Cagliari, 404 in quella di Sassari e 279 nella Provincia di Oristano.Nei tre territori si concentra il 68% delle strutture isolane. Seguono in questa speciale graduatoria le Province di Olbia-Tempio (11,3%), Nuoro (8,4%) , Carbonia- Iglesias (7,1%), Ogliastra (5,1%) e, fanalino di coda, Medio Campidano con 4,1%. 40 sono invece gli Affitta camere nella Provincia di Cagliari, un terzo del totale registrato in Sardegna. Altri 34 sono suddivisi tra le Province di Carbonia-Iglesias e Oristano. Una vera e propria rarità, invece, gli alberghi diffusi: 5 nell’Isola (2 a Santu Lussurgiu, uno ciascuno a Orroli, Bosa e Orosei).

“E’ un numero significativo di realtà che producono lavoro e reddito” , sottolinea Gerolamo Solina, dirigente del Comune, commentando i dati.“Per funzionare –spiega Solina- sono necessarie grandi risorse, ma i finanziamenti pubblici non sono la soluzione: bisogna puntare su un’idea vincente, un prodotto di qualità, strutture adeguate, gestori ospitali e preparati,  che conoscano la tradizione e cultura del posto”. Gli enti locali possono dare comunque un’energica mano. Risale ad alcuni anni fa  il bando comunale de minimis destinato alla creazione di strutture extra alberghiere. In quell’occasione, il Comune impegnò i beneficiari a far parte di un Club di prodotto, osservandone  regole e standard di qualità. Fu allora che nacque Domu&Posada. Il bando lanciò un messaggio: da soli non si fa strada. Gerolamo Solina  ne ribadisce il concetto: “Perché il sistema acceleri, occorre aggregazione, comunicazione e promozione delle strutture qualificate “,  ricetta   che Domu&Posada applca, secondo quanto certifica il Presidente del Club, Andrea Caruso: “Il circuito si impegna a fare promozione, anche attraverso un portale che illustra il tipo di ospitalità offerta e consente di eseguire prenotazioni on line, grazie anche a un puntuale aggiornamento della disponibilità di posti letto”. Caruso annuncia il prossimo arrivo sul Web di un altro sito, in aggiunta a quello attuale, con esclusiva funzione di vetrina  A proposito di qualità, “il livello uniforme all’interno del circuito è assicurato attraverso un comitato tecnico che visita periodicamente le strutture e suggerisce gli eventuali miglioramenti”. Caruso invita infine gli operatori a scrollarsi di dosso la diffidenza reciproca: “La cooperazione non impoverisce. Anzi, crea  movimento e aumenta l’offerta turistica, rendendola interessante e spingendo in alto la domanda di prenotazioni”

Intervenendo in breve durante il Convegno, Giorgio Cugusi, riconfermato consigliere comunale,  invoca la battaglia contro un famigerato e feroce nemico: “ la burocrazia borbonica ,che uccide le pratiche e sfinisce gli imprenditori”.
Ma cosa può fare Cagliari per attirare turisti? Tra ricerche e dati, prova a dare una risposta Maurizio Cavazzoni, responsabile del progetto sull’internazionalizzazione del turismo che l’amministrazione comunale cagliaritana ha affidato alla Fondazione Cuoa, Business School con sede a Vicenza. “ In un Focus sul turismo a Cagliari,  operatori turistici  e  associazioni del settore hanno lamentato l’inadeguatezza di collegamenti aerei, strutture ricettizie e infrastrutture . Pesa inoltre la mancata  reciproca conoscenza tra gli operatori turistici e i mercati esteri”. In altre parole, fa l’esempio Cavazzoni, “gli operatori non conoscono cosa desidera e quanto vuole spendere un turista polacco. Quest’ultimo a sua volta non sa cosa può offrirgli la Sardegna”. Lo studioso di sviluppo locale lancia a sua volta tre personali raccomandazioni: “aggregarsi per fare fronte comune, lavorare sull’immagine del settore e sulla formazione delle competenze. Non ci si può proporre al mercato estero senza conoscere una parola di inglese o francese, senza un depliant scritto in lingua straniera, senza conoscere gli aspetti giuridici e burocratici”. No, non si può…

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