Cagliari (Teatro Massimo, ore 21) omaggio in jazz a Fabrizio De André
con Stefano Di Battista e Fabrizio Bosso.
E per il dopo-concerto, il trio della cantante cagliaritana Silvia Piras.
Dopo la parentesi all'F.B.I. di Quartu, "Forma e Poesia nel Jazz" torna a far base al Teatro Massimo, "epicentro" di questa tredicesima edizione della rassegna organizzata a Cagliari dall'associazione culturale Shannara. Ed è uno degli appuntamenti più attesi di tutto il cartellone, l'omaggio a Fabrizio De André in programma domani sera (mercoledì 12) alle 21.
A rileggere in chiave jazz pagine indimenticabili del grande cantautore genovese scomparso dieci anni fa, sarà un quintetto capeggiato dal sassofonista Stefano Di Battista e dal trombettista Fabrizio Bosso: due protagonisti del jazz "made in Italy" fra i più noti e apprezzati a livello internazionale, qui impegnati ad affrontare dalla loro personale prospettiva brani come “La canzone di Marinella“, “Via del Campo“, “Creuza de Mà“ e “Amore che vieni, amore che vai". Questo tributo a De André ha debuttato giusto due anni fa (il 30 aprile 2008) alla Casa del Jazz di Roma (da quel concerto è stato anche tratto un cd di successo) ma con un organico diverso rispetto a quello in arrivo a Cagliari: accanto a Bosso e Di Battista ci saranno infatti Roberto Tarenzi al pianoforte, Dario Rosciglione al contrabbasso e Marcello Di Leonardo alla batteria.
Un posto in platea costa venti euro, in galleria diciassette. Solo fino a domani (mercoledì 12) è inoltre possibile acquistare ancora l'abbonamento (a 75 euro più 3.50 di prevendita) valido per l'ingresso a cinque serate della rassegna. Prevendita attraverso il circuito Greenticket e a Cagliari da Sarconline (tel. 070684275), Box Office (tel. 070657428) e biglietteria del Teatro Massimo (tel. 0706778129).
Al termine del tributo a De André (intorno alle 22:30), consueto appuntamento sulla terrazza del Teatro Massimo per il dopo-concerto: omaggio al samba e allo choro con il trio Brasil 09 della cantante cagliaritana Silvia Piras, con Mattia Pegna alla chitarra e Matteo Sedda alle percussioni.
Sensibilità, raffinatezza, energia, sono tra le frecce nell'arco di Stefano Di Battista. Classe 1969, nato in una famiglia di musicisti, il sassofonista romano ha cominciato a suonare il suo strumento appena tredicenne. Un precoce incontro col jazz lo porterà poi a perfezionarsi al conservatorio, dove si diploma col massimo dei voti a ventun anni. Suona in vari gruppi e per qualche tempo fa la spola tra Roma e Parigi, dove si stabilisce nel 1994. Collabora con Aldo Romano (con cui registra due album), con l'Orchestre National de Jazz, col sestetto di Michel Petrucciani e con tanti americani di passaggio in Francia.
Nel 1997 registra il primo album a suo nome, “Volare”; l'anno dopo, bissa con “A prima vista”, che sancisce il passaggio alla Blue Note e inaugura una serie di registrazioni per la prestigiosa etichetta: nel 2000 incide "Stefano Di Battista" che guadagna riconoscimenti e il primo posto in Europa tra gli album più venduti (25.000 copie solo in Francia); affiancando al suo quartetto un’orchestra sinfonica, nel 2002 registra invece “Round About Roma”, un tributo alla sua città natale. Sempre per la Blue Note escono poi “Parker's Mood”, del 2004, e “Trouble Shootin'”, settimo album a nome di Stefano Di Battista, pubblicato nell'autunno 2007. Al suo attivo anche due partecipazioni al Festival di Sanremo con la moglie, la cantante Nicky Nicolai: nel 2005 per presentare la canzone “Che mistero è l'amore” (primo posto nella categoria "Gruppi" e quarto nella classifica generale) e l'anno scorso con “Più sole”, scritta da Jovanotti.
Anche Fabrizio Bosso è un talento precoce: classe 1973, ha iniziato a studiare lo strumento a soli cinque anni per diplomarsi a quindici. Tecnica impeccabile, stile personale, senso dello swing: con queste prerogative si è imposto all'attenzione della critica (miglior nuovo talento al referendum di Musica Jazz nel 1999, premio "Django d'or" nel 2002) e di tanti illustri colleghi, in Italia e all'estero. Diversi i progetti e le incisioni discografiche come leader e co-leader. Nel 2000 esce “Fast Flight” in quintetto con Rosario Giuliani (sax), Salvatore Bonafede (piano), Giuseppe Bassi (contrabbasso) e Marcello Di Leonardo (batteria). Poco dopo Bosso è ospite di due dischi che si posizionano rispettivamente primo e secondo nella categoria “Miglior disco italiano” del Top Jazz 2001: “Ortodoxa” di Salvatore Bonafede e “Evans Remembered” di Enrico Pieranunzi. Assieme a Daniele Scannapieco fonda il giovane quintetto High Five (Django D’or italiano nel 2002), che ha all’attivo quattro incisioni, compreso un live per la Blue Note Japan registrato a Tokyo nel novembre 2008.
L'ultimo triennio ha definitivamente iscritto il nome di Fabrizio Bosso fra i grandi del jazz italiano, in virtù di alcune tappe importanti: l'exploit nel 2007 di “You’ve Changed”, esordio da leader per la Blue Note/Emi Italia; poi, la partecipazione al successo di “Trouble Shootin’” di Stefano Di Battista; nel 2008 l'album “Sol!” con il Latin Mood (con, tra gli altri, Javier Girotto e Natalio Mangalavite), il funambolico duo con Antonello Salis per “Stunt” e, appunto, l“Omaggio a Fabrizio De André”. L'anno scorso, dopo un’apparizione come ospite speciale al Festival di Sanremo al fianco della giovane promessa Simona Molinari, ha partecipato al progetto “About a Silent Way” di Maurizio Martusciello. Tra gli altri progetti attuali, il D'Andrea Five di Franco D’Andrea, il duo con il chitarrista brasiliano Irio De Paula, quello con il pianista Rossano Sportiello e quello con il sardo Luca Mannutza.
Nel corso della sua carriera Fabrizio Bosso conta anche diverse collaborazioni in ambito extra-jazzistico, da Fabio Concato a Claudio Baglioni, a, soprattutto, Sergio Cammariere e Mario Biondi, di cui è artefice, assieme agli High Five, di parte del grande successo.
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