Eventi

Jean Baptiste Barla e la Sardegna del 1841

Autore: Valeria Castellino,
30 aprile 2010, 13:13
Una mostra dei quaderni recuperati.

Nel presentare gli appunti dell'erudito francese Jean Baptiste Barla, che dedicano ampio spazio non solo ai costumi tradizionali femminili e maschili, ma anche ad altre immagini della Sardegna, da Cagliari fino a Sassari percorrendo un itinerario che tocca piccoli e grandi centri, il direttore dell'ISRE (Istituto Superiore Regionale Etnografico di Nuoro), Paolo Piquereddu, ne ha esaltato il valore. Le 249 pagine e le 119 illustrazioni, a colori e in bianco e nero, ci restituiscono impressioni di viaggio in una terra allora ancora velata di un certo esotismo, recentemente scoperta dai viaggiatori europei.

Pregevoli le illustrazioni della festa di Sant'Efisio, che documentano come, nonostante il rispetto rigoroso nell'applicazione del cerimoniale, anche la celebrazione si sia evoluta nel tempo. Alle impressioni del Barla si somma un'accurata descrizione del farmacista cagliaritano Todde, suo amico, che infonde lo scritto dell'amore cittadino per una festività che appartiene a tutta l'isola.

Con l'inatteso e fortunato ritrovamento dei quaderni di viaggio del nizzardo Jean Baptiste Barla (1817 – 1896), la Fondazione Crobu permette alla comunità, non solo quella scientifica, di approfondire la conoscenza etnografica sulla Sardegna che fu. Una serie di reperti che colmano le lacune iconografiche relative alla prima metà dell'Ottocento, quando anche i costumi tradizionali stavano per cambiare a seguito dell'innovazione industriale nel settore tessile. Barla getta un ponte con il passato illustrando un periodo storico al quale non arrivano nemmeno altri celebri amanti della terra sarda: La Marmora in primis.

Ragioni sufficienti, queste, a rendere la raccolta meritevole di una tutela da parte delle istituzioni che sia duratura nel corso del tempo.

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