”Seguo Monumenti Aperti con grande interesse e, dato che anche quest'anno ha ottenuto l'adesione del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, mi sento di affermare che quest'iniziativa ha travalicato il mare: non interessa più solo la Sardegna, ma ora ha valenza anche a livello Nazionale”. Grande la soddisfazione del Sindaco di Cagliari, Emilio Floris, che ha partecipato alla conferenza stampa di inaugurazione della edizione 2010 di “Monumenti Aperti”.
La manifestazione prenderà il via l' 8 e 9 maggio, in contemporanea con Capoterra, Sassari e Settimo San Pietro, e andrà avanti per 11 settimane, abbracciando sei delle otto Province Sarde.
L'iniziativa, nata nel capoluogo nel 1997, ha coinvolto nel corso degli anni ben 80 comuni di tutta la Regione, e più di 140 scuole, tra elementari, medie e superiori, hanno contribuito nel fornire i volontari, che per due giorni ricopriranno il ruolo di “guida”: solo quest'anno saranno in 6000 i volontari presenti.
Imponenti i numeri di “Monumenti Aperti” che, ogni anno ha fatto registrare la presenza di circa 250.000 persone, tra cittadini e turisti, portando ad un riscontro molto importante quindi, sostenuto anche dal binomio degli Assessorati di Turismo e Cultura, che dal 2005 lavorano in sinergia senza soluzione di continuità.
“Ci auguriamo che – l'auspicio di Lucia Baire, Assessore Regionale alla Cultura - questa collaborazione sia un volano per lo sviluppo culturale e turistico della Sardegna”. Parole pienamente condivise dal collega Sebastiano Sannittu, Assessore Regionale al Turismo: “Uno degli aspetti più importanti di “Monumenti Aperti” è proprio quello legato alla promozione di un turismo di qualità, grazie anche all'accessibilità nel visitare i siti e beni storici gratuitamente.”
Anche Fabrizio Frongia, Presidente dell'Associazione Culturale Imago Mundi, si è dichiarato soddisfatto dei numeri registrati nel corso degli anni dalla manifestazione, ed è molto ottimista per l'edizione 2010 grazie all'attuazione della normativa “La scuola adotta un monumento”, cioè la possibilità data alle scuole di “adottare” virtualmente un bene storico per 3 anni, di studiarlo e preservarlo del degrado e dall'abbandono.
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