Unanimità. Il Consiglio comunale di ieri, con il voto favorevole della maggioranza e dell'opposizione, ha detto si al nuovo Ppcs (Piano particolareggiato del centro storico) di Cagliari e Pirri. Tutti gli interventi possibili sono classificati in tre grandi categorie, passando da un maggior grado di tutela a quello di massima trasformazione e valorizzazione possibile.
“Il Piano” ha detto chiaramente l'assessore all'Urbanistica Paolo Frau nella seduta di ieri, martedì 19 aprile 2016, “è uno strumento di pianificazione decisivo perché consente di perseguire con più forza due obiettivi. Da un lato preservare, tutelare e tramandare ai posteri quelle che è nel suo insieme un grande monumento, una stratificazione di civiltà, di eventi e memorie che hanno interessato Cagliari lungo il corso di duemila anni. D'altra parte, invece, l'obiettivo è garantire una strumentazione normativa che consenta una efficace riqualificazione del patrimonio edilizio esistente”.
Composto da una sessantina di elaborati, il Ppcs raccoglie le schede dettagliate di ogni singolo “organismo edilizio”, e non solo degli isolati, in maniera tale che i proprietari di immobili possono comprendere più facilmente cosa si può fare e cosa invece non si può fare. Mira a ripopolare il centro attraverso la possibilità di frazionare gli appartamenti oggigiorno troppo grandi, e da la possibilità di utilizzare i sottotetti, di realizzare soppalchi e perfino possibilità di deroghe per utilizzare i sottani. Traccia scenari futuri per le cosiddette “grandi fabbriche”, come l'ex carcere di Buocammino, nell'ottica, tra l'altro, di integrare aspetti urbanistici, della mobilità, dello sviluppo del commercio e della vivibilità.
Grande cura è stata dedicata ai “vuoti urbani strategici” pensando a possibili utilizzi pubblici a verde o anche parcheggi. Per quanto riguarda, per esempio, l'area tra la vie Giardini e Tristani, il Piano riconosce la sua valenza pubblica. Ciò significa che deve essere “permeabile” dal punto di vista pedonale, ha spiegato Andrea Scano, per consentire il suo attraversamento per passare dalla zona di San benedetto sino al Terrapieno e di Castello; si riconosce anche una possibile destinazione che potrebbe essere un parcheggio pubblico interrato che potrebbe risultare particolarmente utile ai residenti del quartiere Villanova. Per ora non c'è un progetto preciso sull'area di quasi 6mila metri quadrati, ma una parte, quella più vicina alla via Giardini, potrebbe essere destinata all'edificazione per una questione di continuità con il tessuto urbano. Un'altra area urbana di un certo rilievo è il cosiddetto Portico Vivaldi – Pasqua a due passi dalla piazzetta Carlo Alberto, lungo la via Alberto Lan Marmora, su cui viene dichiarato il mantenimento per finalità pubbliche per mezzo di un concorso di progettazione. Lo spazio andrebbe quindi riqualificato grazie anche a meccanismi perequativi che permettono l'edificazione di volumetrie private in altre aree della città.
Per il presidente della Commissione Urbanistica Andrea Scano “Questi sono soltanto due esempi in cui il Piano, anche grazie all'ordine del giorno votato dal Consiglio comunale, ha dimostrato una particolare attenzione alle finalità pubbliche e non al puro e semplice riempimento dei vuoti causati anche dalle bombe del '43”.
La Provincia si è pronunciata per la “non assoggettabilità” a Vas (Valutazione ambientale strategica) del Piano particolareggiato del centro storico, con la precisazione che una parte del Piano, quella riguardante le aree suscettibili di “trasformazione”, dovrà essere “riadottata”. Per questa parte ci sarà quindi un processo più lungo e ulteriori passaggi in Consiglio.
“Voglio ringraziare il Consiglio comunale e la sua Commissione Urbanistica in tutte le sue componenti”, ha concluso Frau, “perché ha saputo andare oltre gli schemi di maggioranza e opposizione, grazie a un lavoro collegiale durato diversi mesi” ma sopratutto “alla consapevolezza comune di come il Piano sia necessario, utile e sia urgente per la città e per i cittadini”.
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