Eventi

Cagliari 1943: la guerra dentro casa

15 febbraio 2016, 12:22
Al teatro la Vetreria per non dimenticare. Appuntamento sabato 20 febbraio alle 21 in via Italia 63.

Sabato 20 febbraio, alle 21, presso il teatro La Vetreria, in via Italia 63 a Cagliari (Pirri), il Cada die teatro presenterà lo spettacolo “Cagliari 1943: La guerra dentro casa” – quando la città venne completamente distrutta dai bombardamenti aerei americani.

In scena un gruppo di 20 allievi della scuola di arti sceniche La Vetreria. Diretti da Pierpaolo Piludu, indosseranno nuovamente i pantaloni corti e le divise da “Piccole Italiane”, per rivivere, tra i banchi di scuola, le giornate cagliaritane degli anni '40; la paura, la fame e l’incosciente spensieratezza, prima della distruzione della città.

La maestra è severa: i bambini devono cercare di memorizzare le frasi del duce in ogni momento della giornata, anche quando giocano con le cerbottane o a “zacca e poni”! All'inizio anche il suono degli allarmi, la corsa verso i rifugi sembra quasi un gioco. Sino al 17 febbraio del 1943...

La rappresentazione sarà preceduta dalla proiezione di alcuni estratti video del documentario sulla memoria della seconda guerra mondiale, prodotto dalla sede Rai regionale dal titolo “Quando scappavamo col cappotto sul pigiama”, con la regia di Pierpaolo Piludu e Cristina Maccioni.

Alle 19, nei locali della Torretta del Centro comunale d’arte e cultura La Vetreria, si terrà l’inaugurazione di un video archivio con le testimonianze dei “bambini e dei ragazzi del ‘43” che hanno vissuto le giornate dei bombardamenti a Cagliari.

La ricerca, finalizzata alla creazione di un video archivio dei testimoni dei bombardamenti aerei americani, nasce alcuni anni fa dalla collaborazione fra Pierpaolo Piludu, “ricercatore” e attore del Cada die teatro, l’Università degli Studi di Cagliari (Facoltà di antropologia) e l’Istituto superiore regionale etnografico.

Quasi tutti gli intervistati, sinora 130 persone di età compresa tra i 72 e i 101 anni, appartenenti a tutti i ceti sociali, hanno ricordato i giorni vissuti sotto le bombe, soffermandosi sui momenti più drammatici: chi ha visto il proprio palazzo sbriciolarsi davanti ai propri occhi, chi è rimasto sotto le macerie per ore o giorni, chi è stato ferito in prima persona, chi ha visto morire fratelli, genitori, amici. Altri testimoni hanno invece preferito mettere in evidenza gli aspetti comici legati alla paura, alla fame o all’incoscienza, come quando, da bambini, si affacciavano sui tetti per osservare con meraviglia i suoni e le luci della contraerea e delle prime bombe che cadevano sulla città.

Non è stato ancora inserito nessun commento. Vuoi essere il primo?

Inserisci un commento

Devi effettuare il Log-in o Registrarti per poter commentare