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Rassegna di Teatro Canzone: "Giro Girotondo cambia il mondo", omaggio a Giorgio Gaber

9 febbraio 2016, 17:41
Venerdì 12 febbraio, Sala Ritratti di Palazzo Siotto

GIRO GIROTONDO cambia il mondo, omaggio a Giorgio Gaber, il Signor G: dopo quelli dedicati a Pasolini e a Fiorenzo Carpi, è il terzo appuntamento della rassegna di Teatro Canzone organizzata a Cagliari da La Fabbrica Illuminata. A mettere in scena i testi e le musiche di Gaber e Sandro Luporini, nella Sala Ritratti di Palazzo Siotto (via dei Genovesi, 114) venerdì 12 febbraio alle 20.30, la voce di Elena Pau e il pianoforte di Irma Toudjian, con la regia di Marco Parodi, gli arrangiamenti musicali di Corrado Aragoni e i costumi di Salvatore Aresu.

Giorgio Gaber, milanese doc, scomparso tredici anni fa, ha rappresentato un unicum nella storia della musica e dello spettacolo italiani. “Il lungo e proficuo lavoro svolto negli anni dalla Fabbrica Illuminata attorno alla sua opera – spiega Marco Parodi – ha sempre voluto esaltare il valore profetico delle sue ballate”. Che ancora oggi si ricordano perché Gaber, nel denunciare i mali della società e del progresso, “ha sempre manifestato il vizio incurabile delle scelte ardite, delle posizioni impensabili e rischiose, in mezzo al diluvio quotidiano di banalità”.
I primi successi, tra la fine degli anni 50 e gli inizi dei 60, “Non arrossire”, “Una fetta di limone” (con Enzo Jannacci), “La ballata del Cerutti”. Poi, “Torpedo blu”, “Com'è bella la città”, “Il Riccardo”, “Barbera e Champagne”. Il 1970 è l'anno di svolta: Gaber rinuncia al grande successo televisivo e porta "la canzone a teatro", creando e tracciando il suo nuovo percorso artistico: il teatro canzone, lo spettacolo a tema con canzoni che lo sviluppano, intervallato da monologhi e racconti. Il suo debutto sul palcoscenico risaliva al ’59, nel 1960 aveva conosciuto e si era appassionato al teatro di Dario Fo, in quegli stessi anni iniziava la sua collaborazione con Sandro Luporini.
Sentendosi “ingabbiato” nella parte di cantante e di intrattenitore televisivo, Gaber dà così vita al “Signor G”, un personaggio che non recita più un ruolo, recita se stesso: “Il signor G è un signor Gaber, che sono io, è Luporini, noi, insomma, che tentiamo una specie di spersonalizzazione per identificarci in tanta gente”.

Nascono nei primi anni 70 canzoni come “Lo shampoo” e “La libertà”, che sono rimaste impresse nella memoria collettiva. Un percorso lungo trent’anni e coerente che lo ha portato a scrivere anche testi in prosa (“La democrazia”), canzoni emblematiche di un’epoca (erano gli anni 90) come “Destra-Sinistra” o, nel 2001, “La mia generazione ha perso”, dove “esprime con lucidità un riconoscimento dei propri errori, l’ammissione di una sconfitta, che non è solo il fallimento di un’idea politica ma il funerale delle ideologie”, spiega ancora Marco Parodi. E, infine, ormai consumato dalla malattia, “Io non mi sento italiano” e “Non insegnate ai bambini”, la sua ultima composizione, il suo testamento spirituale, trasmessa a ciclo continuo il giorno dei suoi funerali nella camera ardente allestita al Piccolo Teatro di Milano.
Lo spettacolo “Giro Girotondo cambia il mondo”, il cui titolo è tratto proprio dal refrain di “Non insegnate ai bambini”, rappresenta per La Fabbrica Illuminata una delle tappe più significative nella sua ricerca sul teatro canzone.

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