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Sale, vento e green economy: la ricetta per una Sardegna che si rinnova

Autore: Camilla Zinnarosu,
8 febbraio 2016, 10:22
Il parco di Molentargius ha ospitato la presentazione del documento: La prospettiva del grande parco delle zone umide Molentargius - Santa Gilla
Conferenza rilancio Parco Molentargius

Anche Cagliari ha sposato i temi della tutela delle zone umide nel mondo come habitat fondamentale per la conservazione del patrimonio biologico della Terra, presentati lo scorso 2 febbraio nel corso della Giornata mondiale dedicata a queste particolari aree.

Durante la conferenza che si è tenuta sabato mattina all'interno del Parco di Molentargius, l’Associazione omonima, Legambiente, CGIL,CISL, UIL e Federparchi hanno lanciato un appello alla Regione per far si che le zone umide godano di una maggiore considerazione nell'Isola, soprattutto per quanto riguarda l’economia che possono rilanciare.
"Oggi l’approccio alle zone umide è radicalmente cambiato rispetto al passato – ha affermato Vincenzo Tiana, Presidente del Parco - e si è riconosciuto loro un valore ecologico, specialmente alle saline, che sono un grande laboratorio di sperimentazione che dovrebbe dotarsi di un piano strategico alla luce dei nuovi cambiamenti climatici."
Queste le sfide che le aree umide devono affrontare e che sarà possibile realizzare grazie al sostanzioso stanziamento di 20 milioni di euro che la Regione ha fornito per valorizzare gli aspetti ecologico-ambientali e storico-culturali delle aree protette, nell'unione di un unico parco, Molentargius e Santa Gilla, legato a quello dei Sette Fratelli e al Poetto, fino alla Sella del Diavolo.
La costruzione della città metropolitana di Cagliari è una grande occasione per sostenere un nuovo modello di sviluppo fondato anche sulla valorizzazione del patrimonio culturale che sono le zone umide, integrate in senso eco sistemico, sociale e culturale con la città.
E se in altre zone d'Italia il sale è stato il segno della rinascita, nella vasta area del parco, proprio dalla ripresa produttiva delle saline, insieme allo sviluppo del termalismo e della ricerca,può trovarsi la chiave per favorire un'economia di territorio che sia anche un incentivo per quanto riguarda l'occupazione.
Ma anche zone umide come produzione di nuova economia per l’isola. Il primo dei tre punti che le associazioni che hanno realizzato il manifesto-appello chiedono alla Regione è il restauro del sistema ecologico delle saline, attraverso il recupero di una realtà produttiva così radicata nella storia. Il secondo riguarda la riqualificazione dell'intero complesso architettonico anche in chiave moderna, ripristinando per esempio la linea di binari della decauville attraverso cui potranno muoversi i visitatori, mentre il terzo si rivolge alla valorizzazione della biodiversità della fascia Is Arenas in modo da implementare l'attrazione eco turistica e ambientale verso una realtà unica a livello mondiale e al tempo stesso eco sostenibile.
Quest’area deve essere nutrita per rinascere e il sale può essere il cuore di questa nuova anima ambientale dell’Isola, nicchia ecologica di un industria di altissimo livello in un mondo che è sempre più alla ricerca di elementi di qualità.

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