Eventi

Elio Pulli espone all'EXmà

16 luglio 2009, 07:47
Inaugurazione venerdì 17 alle ore 19. Sarà visitabile sino a domenica 27 settembre

ELIO PULLI - pittore ceramista

Cagliari, Centro Comunale d’Arte e Cultura Exmà
dal 17 luglio al 27 settembre 2009
Inaugurazione venerdì 17 luglio ore 19

Inaugura venerdì 17 luglio alle ore 19.00, nella Sala delle Volte del Centro Comunale d’Arte e Cultura Exmà di Cagliari, la mostra: Elio Pulli – Pittore ceramista.
La mostra, voluta dall’ Assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari e curata da Anna Maria Cabras, sarà visitabile sino al 27 settembre.

In esposizione una selezione della corposa produzione dell’artista sassarese: circa 80 opere realizzate in ceramica e dipinti ad olio.
Elio Pulli discende dalla tradizione delle botteghe delle arti cosiddette minori: un apprendistato particolare che lo segnerà in tutta la sua produzione e lo predisporrà al rapporto con l’arte in maniera diversa da molti pittori, scultori del periodo che precede e segue il secondo dopoguerra.
La sua iniziazione avviene nella bottega del padre frequentata da molti artisti tra i quali Eugenio Tavolara, Filippo Figari, Stanys Dessì, Costantino Spada, G. Magnani, Libero Meledina, Video Anfossi.
Nella sua bottega, a Tamariglio (Alghero) accanto all’atelier del pittore, si trovano il laboratorio di ceramica e la falegnameria.
Elio Pulli è infatti un artista eclettico che nella sua costante e prolifica produzione spazia in tutti i campi dell’arte: pittore, scultore, artigiano del legno, della pietra, del ferro e della ceramica.
Dopo oltre cinquanta anni di attività mostra ancora intatta la sua freschezza nel tratto pittorico e la sua alta capacità tecnica nella ceramica.



Elio Pulli discende dalla tradizione delle “Botteghe delle Arti minori”: un apprendistato che segna tutta la sua produzione e lo predispone a un rapporto con l’arte diverso da molti pittori e scultori del periodo che precede e segue il secondo dopoguerra.
Nipote di Giuseppe, maestro elementare di Lecce, che aveva aperto una scuola divenuta punto d’incontro di artisti e di uomini di cultura dell’epoca, e figlio di Giovanni, che iscrittosi alla Bottega dello scultore Guacci per apprenderne l’arte, nel 1929 ricevette, dallo stesso Guacci, un incarico che lo portò a Sassari, dove si stabilì e aprì, a sua volta, una Bottega. Tutti gli artisti dell’epoca frequentavano la Bottega di Giovanni Pulli, dove si incontravano Eugenio Tavolara, Filippo Figari, Stanys Dessì, Costantino Spada, G. Magnani, Libero Meledina, G. Più, Video Anfossi, Francesco Becciu, Busia, Fabio Lumbau.
Cresciuto in questo cenacolo d’arte, dove convivevano musica, pittura, scultura, ceramica e artigianato, Elio Pulli, dimostrò subito di avere un talento non comune e una predisposizione eccezionale, tale da consentirgli di impadronirsi di varie tecniche, nelle quali riversare la sua fantasia e le sue qualità. Queste ultime, lo portarono a continuare ad occuparsi della Bottega fondata dal padre e, nel 1952, appena diciottenne, a vincere il Premio Michetti a Francavilla a Mare, fino a divenire un maestro capace di padroneggiare le arti con ampio respiro.
La sua produzione artistica, che spazia dalla pittura ai mobili, risente dell’influenza di pensiero desunta dalla filosofia presocratica: un perenne mutamento della materia. Nell’esaminare le sue opere, infatti, si scorge lo spirito di un artista curioso e attento alle sperimentazioni che fonde, con maestria, le reminiscenze della cultura classica con le novità provenienti dalle culture di ogni angolo del mondo.
Nella scultura, Elio Pulli affronta tecniche e temi diversi a seconda della committenza. Le rappresentazioni di simulacri religiosi sono da ricollegarsi alle maniere sei-settecentesche, in altri esempi la statuaria riprende forme rientranti nelle correnti delle avanguardie del XX sec.
Tra le molteplici attività, Pulli, si è dedicato anche alla ceramica, rielaborando forme e tecniche della tradizione antica con composizioni geometriche e cromie di grande effetto coloristico. Le sue realizzazioni soddisfano sia l’aspetto funzionale tipico del vaso, sia quelli di una forma che trascende l’utilizzo proprio per assumere quello di una sorta di scultura: un oggetto da ammirare per se stesso al di là dell’utile. All’essenziale condizione plastica dei vasi si aggiunge la qualificazione delle superfici attraverso il disegno e il colore.
L’artista ha studiato le patine del mondo antico a base di blenda di ferro e manganese sui toni del rosso e del nero, non tralasciando l’effetto della lucentezza metallica e non trascurando l’effetto della vernice nera dei vasi attici e la vernice rossa dei vasi aretini del principio dell’età imperiale romana. Un cenno particolare merita, infine, la decorazione, sia dipinta che graffita, che crea continui effetti differenti con un gioco di ritmi che riconduce il passato al presente con mirabile disinvoltura.

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