Settantanove pellicole in concorso, quarantaquattro lingue minoritarie e sedici Paesi rappresentati. Sono solo alcuni dei numeri della quarta edizione del concorso biennale internazionale per il cinema delle lingue minoritarie che avrà come protagonisti i richiedenti asilo del Cara di Elmas.
L'iniziativa, che si articola in tre sezioni (lungometraggi, cortometraggi e documentari) riservate ai film in lingua minoritaria, dialetto, slang, lingua morta e linguaggio dei segni, è stata presentata questa mattina a Cagliari dall'Assessore Regionale alla Cultura, Claudia Firino. “Il messaggio che il festival porta a tutta l'Isola è molto importante perché tende a mettere in evidenza la necessità di apertura culturale e da la possibilità di confrontarsi con le tantissime altre culture minoritaria del Mondo”. L'Assessore ha voluto anche ricordare come la Regione Sardegna si stia impegnando e si impegnerà ulteiormente e in tutta autonomia, nell'ambito delle prerogative della Legge 482, nella tutela della lingua sarda in tutte le sue varianti, alla pari delle altre lingue minoritarie italiane riconosciute dalla Legge.
Soddisfatto l'ideatore d Babel Festival, il direttore della Società umanitaria, Antonello Zanda che con la consueta preziosa collaborazione di Paolo Carboni e Tore Cubeddu è pronto a lanciare la nuova edizione. “Siamo arrivati alla quarta edizione con un interesse e una partecipazione sempre crescenti tanto che, ogni due anni, siamo stati capaci di coinvolgere quasi quattrocento collaboratori in tutto il mondo oltre alle settantanove pellicole nazionali e internazionali selezionate tra le centoquindici pervenute (quarantuno documentari, ventiquattro cortometraggi, quattordici lungometraggi e sei film fuori concorso). Il tutto con quarantaquattro lingue minoritarie dei sedici paesi, otto comunitari e otto extraeuropei, rappresentati, tra i quali africani, neozelandesi, messicani, brasiliani, canadesi e turchi.
La presenza di un nutrito numero di pellicole in kurdish (sette) e in romanes (cinque) testimonia il carattere fortemente legato ad istanze politiche-culturali legate all'integrazione e all'interculturalità ma anche al tema dell'autodeterminazione che investe gruppi etnolinguistici forti come i catalani, gli scozzesi, i baschi, gli irlandesi e, non ultimi, i sardi.
La giuria principale è composta da 5 membri: il palermitano Daniele Ciprì (regista e sceneggiatore), il varesino Mauro Gervasini (giornalista e critico cinematografico), la napoletana Antonia Iaccarino (scrittrice, autrice e sceneggiatrice), il basco Telmo Esnal (regista) e l'occitano Fredo Valla (giornalista e divulgatore).
“Per la prima volta in un festival del cinema - ha concluso Zanda - anche gli immigrati saranno protagonisti: gli ospiti del centro di accoglienza per richiedenti asilo di Elmas parteciperanno alla proiezione dei film selezionati e assegneranno il premio “One Wor(l)d”.
Nell'edizione di quest'anno sono due le etnie minoritarie sulle quali si apre, per ognuna, una particolare “finestra” in riferimento al cinema Curdo e a quello Norvegese.
Mauro Atzei
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