Il 27 marzo del 2009 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha concesso la Medaglia d’Argento al valore di Marina a Christian Di Vita, il militare cagliaritano nato nel 1972 che si è distinto per coraggio, temerarietà, e profondo altruismo durante il terribile attentato che l’8 settembre 2006 coinvolgeva il plotone del corpo degli incursori della Marina Militare di cui faceva parte, nei pressi di Farah in Afghanistan. Allora era il Capo di 1^ Classe, Sottoufficiale Incursore paracadutista impegnato nell’operazione “Sarissa”. Oggi è un eroe di guerra.
Quella mattina dell’8 settembre del 2006, il solito giro di pattugliamento non andò come avrebbe dovuto. Nella strada che percorrevano erano stati collocati due ordigni improvvisati. L’esplosione del primo investì un automezzo della sua unità operativa, ferendo quattro militari: il Capo di 1^ Classe Stefano Pella, il tenente di Vascello Luigi Romagnoli, e i sergenti Ciro Fujani e Michele Spanu. In una situazione di estremo pericolo determinato dalla possibile esplosione del secondo ordigno, e dall’eventualità che i nemici aprissero il fuoco, Christian Di Vita è intervenuto tempestivamente nelle operazioni di soccorso dei feriti, mettendo a rischio l’incolumità della sua persona e dedicandosi totalmente ai suoi commilitoni, che necessitavano di prontezza e precisione per essere stabilizzati e poi evacuati in elicottero. La sua presenza e il suo intervento sono stati di vitale importanza per Stefano Pella, da subito apparso il più grave.
Oggi, a distanza di quasi tre anni, viene così insignito dal Presidente della Repubblica: “Splendida figura di sottoufficiale incursore, in possesso di eccezionali qualità umane, militari e professionali, che con il suo comportamento esemplare ha contribuito ad accrescere il prestigio delle Forze speciali della Marina in ambito internazionale”.
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