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Tra la Pop Art e il Naif in Sardegna mostra collettiva in Castello

24 agosto 2015, 08:54
Otto artisti in esposizione presso lo Spazio 61, in via dei Genovesi 48 a Cagliari, dal 29 Agosto al 6 Settembre 2015.
Locandina
Locandina

Al numero 48 di Via dei Genovesi a Cagliari prende il via un evento. Un evento che invade il linguaggio delle forme e dei colori.

“Tra la Pop Art e il Naif in Sardegna”...una mostra collettiva che ci trascina verso un mondo d'arte fatto di unicità e creatività. Perché si sa, l'Arte è sinergia. Magia interpretativa.

Una manifestazione dell'anima che tocca la genialità di otto artisti, emozionali.
Otto artisti che aprono le porte dell'immaginazione. I loro pensieri raccontati attraverso le loro intuizioni artistiche. Nulla di statico. Solo immagini visive, in perenne movimento.
E' il gioco simbolico della Pop Art che oltrepassa le porte della banalità andando oltre la dinamicità dei colori e dei segni. Un incontro d'arte che spalanca i cancelli giganteschi della mente. La Pop Art si spiega da sé? Arte popolare. Arte di massa. Così immediata.
Accessibile a tutti. Un'arte facile. Quasi possiamo accontentarci di guardarla. Così, senza critica. Senza complicazioni. Non ci sono tranelli. Né doppi fondi... Invece no...
Sembrerà un'arte scontata e ovvia, ma la Pop Art ha da sempre suscitato interesse e ampie discussioni tra i tavolini dell'arte. E questi artisti ce la spiegano così. Ce la mostrano, a modo loro. La smantellano. E ce la fanno amare. Otto artisti che lasciano tra le pareti, le loro tracce vitali, a metà tra l'anima Pop, più appassionata e distratta, e l'indole Naif che sfiora invece il languore ammaliante dei loro soggetti dipinti.

Come LE AMICHE DI FREYA, e la loro arte originale. I loro colori diventano magia. Magia che si attinge nell'infanzia. E nel suo ricordo. Sembrano quasi dei racconti fatti per immagine, con un'infinita originalità creativa. Scultura, stampe, opere grafiche e dipinti che richiamano il mondo delle fate e delle loro guance arrossite. Un'arte da indossare. 

O come la pittura di STEFANIA FAEDDA che si genera dalle sue esperienze e dalla sua interiorità. Un'arte possibile grazie alle peculiarità illimitate del linguaggio pittorico. Un immaginario fatto di energia che dagli abissi, risale, fino a contagiare il profondo stesso della sua anima in movimento. Così diventa colore che si sprigiona. E umore vitale che ci coinvolge.

La mente di PAOLO LACONI invece, ci fa immaginare la sua terra da ogni angolazione sensoriale. Un amore sconfinato il suo, che abbraccia totalmente l'autenticità della Sardegna. Un equilibrio assoluto tra il reale e il surreale. Tra il sogno dipinto e il colore studiato. Una fantasia che commuove, mista a una realtà che parte da fuori, e dentro ci smuove.

Oppure LUIGI LAI, che gioca con l'arte in una sorta di esistenza del reale e presenza del surreale. Nessun colore è messo lì per caso. Tutto è studiato. Pensato. Per riflettere e far riflettere. Un impatto emotivo quello dell'artista, che vede l'esaltazione della ragione in una danza di pittura Naif che non smette di affascinare l'occhio dell'osservatore.

Per non parlare di DANILO MURTAS, che dipinge un evidente legame, quasi viscerale, con quella stessa terra, la Sardegna. Una creatività materica la sua, quasi a volerci avvolgere, tra pennellate “surrealiste” che ci fanno toccare con mano le sue sensazioni. Tradizioni e cultura incancellabili,  da non poter dimenticare, con il suo stile appassionato che richiama fortemente un  simbolismo di fondo. 

MASSIMO PIGA, in arte MAP, cattura i nostri occhi con il fine di sorprendere. La sua arte rapisce, con un intento emotivo. Un'arte fatta di acrilico dove nessun colore viene messo per caso. Un ordine che trova spazio nel disordine. Scene di vita combinate ad un surrealismo pittorico che ci trascina oltre la fantasia delle tele.

Colpiscono nel particolare, i dipinti di DONATELLA SECHI in arte Dody Art, che accosta la bellezza viva dei colori caldi alle vibrazioni che quasi pulsano sulle tele emozionali e puramente passionali. Il gioco dei colori violenti che segnano il contrasto con un'anima Naif quasi a simboleggiare la natura Pop sulle labbra dell'arte.

Per GINA TONDO invece, i colori  sono sensazioni che rispecchiano le tradizioni della sua terra natale, una terra da raccontare. Una pittrice che dipinge  le sue intime emozioni viste attraverso una vetrata di fantasia che resta eterna sulle sue tele. Un'artista che apre a tocchi di rosso e nero le porte della sua incondizionata passione tra le mani.

Questi artisti così differenti, si raccontano e traducono le loro pulsioni in arte pura, senza filtri, senza mezzi termini, tra l'essenza Pop che ci sfiora e l'anima Naif che ci resta dentro, ancora.                                                          

Chiara Ciri

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