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L’Università di Cagliari pioniere in Benin per sconfiggere l’HPV

10 aprile 2015, 12:23
Si conclude con successo un progetto di cooperazione sanitaria internazionale per formare medici beninesi alla pratica del Pap test e prevenire il tumore al collo dell’utero.
Progetto cooperazione UniCa medici Benin

C’è un ponte che da più di dieci anni collega la terra sarda al continente africano, eludendo le distanze, i deserti, e le correnti mediterranee dove si specchiano universi culturali differenti; si snoda dalla città di Cagliari e arriva fino al Benin, uno spillo di terra incastonato nell’Africa Occidentale, disseminato di etnie, germogliato nella colonizzazione francese del secolo scorso. Un intenso e laborioso progetto di cooperazione internazionale già avviato nel 2002, a seguito di un seminario internazionale sulla cooperazione socio sanitaria tra la Sardegna e le Universita' dei Paesi in via di Sviluppo, quando già si era evidenziata la volonta' di collaborare al miglioramento delle condizioni socio sanitarie degli ospedali del Benin, si e' concretizzato in un partenariato tra il Dipartimento di Citomorfologia dell'Universita' di Cagliari, capofila del progetto (coordinato dalla Prof.ssa Paola Sirigu) l'associazione di volontariato sarda Gno'nu (rappresentata dal beninese Felix Adandedjan e garante da vent’anni di progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo e sostegno alla donne) altri partner locali sardi, aziendali e istituzionali e, quale partner estero, l'Ospedale Saint Luc del Benin.

L'obiettivo, portato avanti per mezzo di diverse fasi progettuali in otto ospedali beninesi dal 2009 al 2015, e' stato quello di favorire la diagnostica del Papilloma Virus (HPV) e la prevenzione del carcinoma del collo dell'utero: in Benin infatti, come in quasi tutti i paesi in via sviluppo, il tumore al collo dell'utero e' per la donna la principale causa di morte: nei paesi occidentali ci sono 3.300 nuovi casi all'anno contro i 480.000 dei paesi in via di sviluppo e la mancanza di strumentazione idonea alla diagnostica, le scarse condizioni igienico sanitarie e l'assenza di assicurazione sanitaria in un contesto socio-economico di sostanziale povertà, hanno reso il progetto di grande interesse e non scevro da difficoltà. 

Nelle prime fasi, attraverso la permanenza negli ospedali beninesi di personale medico sanitario della regione sarda, si e' proceduto allo stanziamento di nuove strumentazioni idonee alla diagnostica e allo screening del HPV; contestualmente si e' provveduto sia alla formazione del personale medico sanitario beninese alla pratica dello screening, sia all’incremento sostanziale della sensibilizzazione delle donne beninesi alla prevenzione del cancro al collo dell'utero attraverso controlli periodici e programmati e una piano di comunicazione orizzontale, semplice e concreto.

Durante la fase in loco beninese sono stati formati decine di operatori sanitari, mentre centinaia di donne sono state informate e sottoposte a screening. 

L’Associazione Gno ‘nu, grazie all’operato diplomatico costante e progressivo del responsabile Felix Adandedjan, ha curato per tutta la durata del progetto i rapporti tra le Istituzioni, giocando quindi un ruolo chiave, difficile e delicato: il Ministro della Salute della Repubblica del Benin ha recepito recentemente l'importanza di questa intensa collaborazione transnazionale attivando una direzione interna apposita per la salute materna e infantile, e, a seguire, tutti gli strumenti a disposizione delle istituzioni nazionali e locali per moltiplicare la sensibilizzazione alla diagnostica precoce nelle donne beninesi. 

L'Universita' di Cagliari e il Dipartimento di Citomorfologia si e' incaricato inoltre di ricevere in terra sarda, analizzare e tipizzare gli screening effettuati negli ospedali del Benin, con grande rilevanza per la formazione e l'aggiornamento del personale medico sardo operante nel settore. 


Nel mese di Gennaio 2015, a conclusione del progetto e per massimizzare i risultati attesi, tre operatori sanitari dell'Ospedale Saint Luc, il medico del lavoro Francoise Adandedjan, l’ostetrica Vivienne Aguessy ed il medico ginecologo Paul Santos, sono stati ospitati nella nuova foresteria dell'Universita' di Cagliari a cura della responsabile dell’Ufficio di Internazionalizzazione Anna Aloi e hanno proseguito la formazione all'utilizzo della strumentazione e delle pratiche di screening e tipizzazione nei laboratori di Citomorfologia della Cittadella Universitaria di Monserrato e nella Sezione di Anatomia Patologica dell’Ospedale SS Trinità di Cagliari: sono stati seguiti con profitto dalla Prof.ssa Paola Sirigu, la Dott.ssa Franca Piras e dal tecnico di laboratorio Massimo Annis presso la struttura della Cittadella Universitaria; dal dirigente Dott. Maccioni e la Dott.ssa anatomopatologa Micaela Piga nei laboratori del SS. Trinità. Lo scambio concitato ma approfondito di saperi scientifici, precisa il medico del lavoro Francoise Adandedjan, pur nella difficoltà della traduzione simultanea di termini tecnico specialistici, ha permesso un ottimo livello di acquisizione:

Lo staff medico cagliaritano ci ha accolto con disponibilità e apertura, mettendoci a disposizione tutte le loro conoscenze un ambiente di lavoro funzionale ed equipaggiato: il problema strutturale più importante negli ospedali beninesi è proprio l’assenza di strumentazione e l’impossibilità di diagnosticare l’HPV in tempi utili, oltre all’assenza di un’assicurazione sanitaria per tutta la popolazione”


Al loro ritorno in Benin, ormai prossimo, dovranno trasferire il know how acquisito a colleghi ed utenti portando avanti in autonomia e moltiplicando nel tempo i risultati positivi ottenuti. Paul Santos, che ha partecipato al progetto con la sua specializzazione in medicina ginecologica, esprime prontamente i sentimenti contrastanti che stanno accompagnando il gruppo di tre allievi in questi ultimi giorni prima della partenza:

Quando il progetto è iniziato eravamo entusiasti e desiderosi di imparare; ora che abbiamo acquisito le competenze necessarie ripartiamo con lo stesso entusiasmo ma con una grande preoccupazione per le enormi responsabilità che ci accompagneranno in questo percorso.”


La Prof.ssa Paola Sirigu, che e' stata presente in tutte le fasi progettuali e formative, e ha recentemente pubblicato gli importanti risultati scientifici alla rivista internazionale "Virology Journal", ha presenziato l’incontro ufficiale della delegazione beninese con il neoeletto Magnifico Rettore Prof.ssa Maria del Zompo che ha espresso gratitudine e riconoscimento a nome dell’Università degli Studi di Cagliari per l’egregio lavoro svolto da tutto lo staff del progetto, auspicando un proseguo del partenariato attraverso nuovi e rinnovati scambi in ricerca scientifica e cultura. Uno scambio di saggezza, direbbe l’ostetrica Vivienne Aguessy:

da bambina decisi di diventare ostetrica perché in francese sage-femme significa proprio donna saggia”.

E la saggezza che il ritorno della delegazione di Cotonou trasferirà alle donne beninesi ha l’impronta dell’abnegazione tutta sarda per un progetto straordinario che ha creduto fino in fondo che ogni popolo può diventare artefice del proprio cambiamento e del diritto alla salute partendo dalla gno ‘nu: la donna.

Valentina Zuddas

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