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Tavola rotonda "Condivisione e comunicazione: armi per la lotta al fattore K"

28 novembre 2014, 17:06
Mercoledì 3 dicembre ore 14,45 Sala conferenze ospedale Businco, Cagliari

Parte 1 di 2

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Una staffetta senza competizione. Un passaggio di testimone tra medici, infermieri e pazienti per trasferire un messaggio: la giusta comunicazione di una diagnosi di cancro è la prima medicina. Il testimone è il "fattore k", quel cancro che spesso si fa fatica a chiamare col suo nome. E' questo il tema dello spot della campagna "#FattoreK-Passa il messaggio" che vede protagonisti oncologi, infermiere e pazienti dell'ospedale Businco di Cagliari, che hanno indossato le scarpe da ginnastica e sono scesi nel campo di atletica per girare tutti insieme questo video. Lo spot aprirà l'incontro-tavola rotonda "Condivisione e comunicazione: armi per la lotta al fattore K", il 3 dicembre 2014 alle 14,45 nella sala conferenze dell'ospedale oncologico Businco di Cagliari.
Una campagna multimedia che nasce per sottolineare l'importanza della giusta comunicazione in oncologia. Professionisti della sanità, medici, operatori sanitari, associazioni, parenti, caregivers e pazienti del gruppo Abbracciamo un sogno si ritroveranno intorno allo stesso tavolo per individuare le strategie migliori per superare il periodo della chemioterapia, ribadire l'importanza del supporto psicologico per chi si trova tutti i giorni faccia a faccia col cancro e stendere un manifesto finale condiviso sulle regole per la migliore comunicazione.

"In Sardegna ogni anno quasi 7mila persone sono colpite da tumore (3.716 uomini e 3.281 donne), 1.200 sono nuovi casi di carcinoma mammario. In Italia nel 2013 si sono registrate 48mila nuove diagnosi di carcinoma mammario, ogni anno ci sono 12mila nuovi casi di carcinoma mammario metastatico, ovvero pazienti già affette da carcinoma mammario che metastatizzano o, viceversa, nuove pazienti che esordiscono in fase metastastica. Nella nostra nazione vivono circa 525mila pazienti con una precedente o recente diagnosi di carcinoma mammario. Tra queste 30mila hanno una malattia metastatica", spiega Daniele Farci, dirigente medico oncologo del Businco di Cagliari e coordinatore regionale Aiom, Associazione italiana oncologia medica. "Ognuna di queste donne ha una serie di problematiche che non sono solo cliniche, ma anche psicologiche, sociali, economiche. Possono avere al loro fianco il marito o un compagno, i figli, altri familiari o amiche e amici, ma talvolta sono sole ad affrontare il carico di una malattia devastante".

Comunicare una diagnosi di cancro o una prognosi negativa è un compito complesso e difficile che richiede una preparazione specifica. Una cattiva notizia, in campo oncologico, coinvolge pregiudizi e rappresentazioni sociali negative sul cancro che esistono anche prima che l’operatore incontri il malato. Il collegamento con la possibilità o la paura della morte rende la comunicazione ancora più difficile. Informare ed educare una persona che si ammala di cancro è un aspetto essenziale delle cure: i malati hanno bisogno di informazioni chiare per conoscere, valutare e reagire in modo consapevole alle conseguenze di interventi chirurgici, agli effetti collaterali delle terapie e dei controlli periodici.

“La comunicazione e il supporto psicologico sono due elementi fondamentali in oncologia: ogni giorno il medico deve comunicare diagnosi e prognosi severe con conseguenti risvolti emotivi nel paziente e nei parenti direttamente coinvolti dalla diagnosi di cancro”, afferma Manuela Dettori, dirigente medico oncologo del Businco. “Tutto questo viene gestito con la discrezionalità del singolo medico: vi è un difetto di formazione poiché né il corso di Laurea né il periodo di specializzazione prevedono degli esami specifici su questi importanti aspetti”.

Il supporto psicologico è un altro elemento essenziale. La psiconcologa Michela Cherchi sottolinea l'importanza dei gruppi di auto mutuo aiuto, costituiti da un insieme di persone, accomunate dallo stesso problema: “Attraverso la comunicazione e l’interazione spontanea si scambiano sostegno in modo cooperativo, motivate dal desiderio di voler contribuire attivamente al miglioramento della propria condizione di vita. Il gruppo di auto mutuo aiuto costituisce un importante cambiamento culturale perché la persona sofferente diventa capace di progetti e di iniziativa e ha la consapevolezza di poter essere una risorsa all’interno del gruppo”.

L'evento è organizzato da Sardegna Medicina e Gruppo Abbracciamo un sogno con il patrocinio di Società italiana psiconcologia, Sipo, Associazione italiana oncologia medica, Aiom e Asl 8 di Cagliari.

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