Non vuole stare indietro e, anzi, il Servizio Politiche Sociali del Comune di Cagliari di fronte al preoccupante dato sulle povertà che ha colpito anche i cittadini del capoluogo sardo, sta cercando di dare il suo contributo. A spiegare i dettagli è stato l'Assessore Luigi Minerba, che ha partecipato alla conferenza stampa di presentazione del Report su povertà ed esclusione sociale realizzato dalle Caritas operanti in Sardegna.
L'Assessore Minerba, illustrando quel è l'effettiva risposta del Comune di Cagliari al problema, ha sottolineato una criticità davvero drammatica per Cagliari e cioè l'alimentazione. “Il comune – ha spiegato Luigi Minerba - con il prezioso aiuto delle Caritas e delle altre organizzazioni di volontariato, eroga diversi aiuti economici nella speranza di alleviare in parte le gravi difficoltà, ma tutti siamo consapevoli del fatto che tutto ciò non sia ovviamente sufficiente. Si ha la necessità di avere un miglioramento non solo in termini quantitativi delle risorse, ma anche di rivedere le politiche riguardo al tema dell'inclusione sociale, a partire dall'immigrazione che dev'essere recepita come una risorsa e non come un problema. Non si può arretrare sulle politiche sociali e non si possono ridurre i finanziamenti in un periodo così critico”.
Nell'Isola l'incidenza della povertà relativa è passata in un solo anno dal 20,7% del 2012 al 24,8% del 2013: circa 176.000 famiglie sarde si trovano in condizioni di povertà. Fra queste ci sarebbero non solo i poveri per così dire “cronici”, dai disoccupati agli immigrati, ma anche i poveri “inattesi”: single separati, pensionati, lavoratori precari, impiegati del ceto medio e persino piccoli imprenditori. Non va trascurato il fatto che si tratta comunque della cosiddetta punta di un iceberg in quanto molte persone non conoscono i servizi offerti dalla rete Caritas e tante altre, per pudore, non si sentono di dover chiedere aiuto. Un dato che sorprende è che il disagio sociale non è più in modo preponderante al femminile, ma si è tornati ad un progressivo riequilibrio tra i generi: le donne ascoltate sono passate dal 59,7 % del 2008 al 49,5 % del 2013.
Le principali richieste di aiuto ai centri Caritas spaziano dai beni e servizi materiali ai sussidi economici, dal lavoro all'alloggio, dall'orientamento alla sanità, alla consulenza professionale e all'istruzione.
L'amministrazione comunale, insieme con i suoi partners, cerca di dare una risposta per tentare di modificare quello che è un welfare ancora ancorato a vecchie logiche. Non solo parole ma anche tanta progettualità e propositività.
Obiettivo fondamentale della Caritas nel raccoglimento di questi dati è quello di, come recita l'articolo 3 del suo statuto, aiutare a scoprire le cause dei bisogni, per preparare piani di intervento sia curativo che preventivo, anche al fine di stimolare l'azione delle istituzioni ed una più adeguata legislazione.
Il problema della povertà non è inevitabile o incontrastabile, ma dovrebbe sposarsi con una maggiore e migliore consapevolezza e suscitare una responsabilità diffusa e a vari livelli, da quello personale a quello istituzionale e politico.
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