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Benvenuto Lobina-Poesia del ritorno

5 maggio 2009, 10:52
Mercoledì 6 maggio presso il “Ridotto” del Teatro Massimo. Ingresso Libero.

L’ E.N.D.A.S. e il Teatro Stabile della Sardegna d’intesa con il Dipartimento di Filologie e Letterature Moderne presentano Benvenuto Lobina-Poesia del ritorno, secondo appuntamento della rassegna Fili e poesia, dedicato all’importante scrittore e poeta sardo, che si terrà mercoledì 6 maggio 2009 alle ore 17.30 presso il “Ridotto” del Teatro Massimo in Via de Magistris.

Interverrà Giuseppe Marci.

La lettura delle opere di Lobina è affidata alle voci di Rosabianca Cadeddu e Lia Careddu.
All’appuntamento parteciperà la cantante Elena Ledda accompagnata alle mandole da Mauro Palmas.

L’ingresso è libero

BENVENUTO LOBINA
Benvenuto Lobina (Villanova Tulo, 8 gennaio 1914 – Sassari, 29 dicembre 1993) è stato un poeta e scrittore italiano. Nei primi anni Trenta fondò il Circolo Futurista di Cagliari. Nasce a Villanova Tulo l’8 gennaio del 1914. Figlio di Nicolò (piccolo commerciante originario di Orroli) e Vincenza Mulas, Lobina passa la propria infanzia nel piccolo centro agro pastorale. Qui frequenta le prime quattro classi della scuola elementare e nel 1925 sostiene da privatista la licenza elementare presso la scuola di un paese vicino. Nel 1932 è assunto dalle Poste di Cagliari ed abbandona il paese in maniera praticamente definitiva.
Consegue, in privato, il diploma di licenza media e nei primi anni Trenta fa conoscenza con alcuni giovani intellettuali cagliaritani, con i quali nel 1933 fonda il Circolo Futurista di Cagliari. Nello stesso anno alcune sue poesie sono pubblicate dalla rivista Futurismo di Mino Somenzi. Nel 1935 è militare di leva a Sassari, parte volontario per l’Africa dove non sparerà un solo colpo. Trova un impiego civile presso le Poste di Addis Abeba, ma vi rimane pochi mesi. Tornato a Sassari è dirigente dell'amministrazione delle Poste. Nel 1944 sposa Licia Baldrati, una collega; durante il suo viaggio di nozze a Villanova Tulo, Lobina si riappropria delle sue radici. Gli anni Cinquanta ne segnano la maturazione poetica, il quotidiano sassarese La Nuova Sardegna pubblica in terza pagina i suoi versi in sardo. Nel 1964 vince il premio di poesia Città di Ozieri (è il primo scrittore in campidanese a vincere questo riconoscimento). Terra, disisperada terra, la sua prima raccolta di poesie è del 1975, contiene diciannove liriche in sardo. Nell’ottobre dello stesso anno Lobina vince il premio nazionale di poesia Lanciano. Rivoltosi alla narrativa, nel 1984 vince il Premio Casteddu de sa fae di Posada con il romanzo Po cantu Biddanoa, pubblicato tre anni dopo. L'opera è redatta nella variante campidanese della lingua sarda ed è da lui tradotta in italiano a fronte pagina. Po Cantu Biddanoa è un romanzo storico ambientato a Villanova Tulo nell’arco di tempo che va dal 1918 al 1942, quindi a cavallo tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Il romanzo ha ottenuto un grande successo di critica, è ritenuto uno dei punti più alti raggiunti dalla narrativa in lingua sarda. Interessante anche il lavoro compiuto sulla lingua. Nel romanzo esistono tre livelli di narrazione cui corrispondono tre registri linguistici differenti. La lingua del narrante è un sardo meridionale unificato, un campidanese comune. I personaggi parlano il sarcidanese di Villanovatulo. C'è poi una terza varietà di sardo meridionale, quello degli acculturati, che usano un campidanese un tantino più "civile", mutuando spesso dall'italiano lessico e riferimenti. Lobina ha inoltre tradotto in sardo opere di poeti e prosatori ispano-americani. Muore a Sassari il 29 dicembre del 1993, ucciso da una leucemia acuta. Il primo capitolo del suo secondo romanzo (rimasto incompiuto) Bonas tardas, Magestà, sarà da lui convertito in un racconto prima del decesso e poi pubblicato postumo per la traduzione di Anna Serra nel 2000 nella raccolta Racconti. In suo onore, il Comune di Villanova Tulo ha istituito nel 1993 un premio per opere poetiche in lingua sarda.

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