Dante Castellucci (Sant'Agata di Esaro (CS) 6 agosto 1920, Zeri (MS) 22 luglio 1944), fu un comandante partigiano del Battaglione "Guido Picelli", meglio noto con il nome di battaglia "Facio", si distinse per le capacità militari organizzative e per il socialismo umanitario di cui si fa testimone con i compagni. Era reduce dal fronte russo dove aveva combattuto nell'ARMIR ed al ritorno in Italia fece amicizia e frequentò i fratelli Cervi.
Fu fucilato all'alba del 22 luglio 1944, accusato del furto di un lancio di rifornimento paracadutato dagli alleati[1], ma con il tempo, e secondo molte testimonianze, tale accusa fu definita del tutto infondata. Nella sua vicenda fu implicato Antonio Cabrelli nome di battaglia “Salvatore” personaggio conosciuto per aver avuto legami col regime fascista ed espulso dal Partito comunista ma riuscito comunque ad arrivare al ruolo di commissario politico in un distaccamento del battaglione “Guido Picelli”.
Castellucci si può definire come un partigiano "anomalo", quali furono Mario Musolesi e Silvio Corbari, per il loro pensiero e talvolta per il modo di agire fortemente autonomi. La sua fama nacque durante la battaglia del Lago Santo, dove con soli 9 uomini, dopo circa 20 ore di lotta, mise in fuga un reparto di un centinaio di tedeschi. Il suo nome di battaglia è indicativo del suo istinto ribelle nella realtà storica infatti “Facio” fu brigante calabrese che aveva combattuto duramente contro i Borboni, prima e contro i piemontesi dopo, una di quelle persone che non avevano timore a scontrarsi contro eserciti regolari in presenza di soprusi e violenze contro la povera gente. Laura Seghettini, quella che avrebbe dovuto diventare moglie di Dante analizza la sentenza di condanna stesa dopo la fucilazione e si avvede che le motivazioni son ben diverse da quelle raccontate da "Facio" e dai compagni che non lo avevno abbandonato durante la notte precedente l'esecuzione,manca soprattutto l'accusa di sabotaggio che non gli e' stata contestata durante la requisitoria. In pratica gli viene semplicemente contestato di essersi appropriato di un bidone di sterline paracadutato dagli alleati inglesi. "Facio" in quel momento secondo altre testimonianze e' ben distante dal punto di lanco cioe' dall'altra parte della vallata. Laura dopo l'omocidio di Dante va a combattere con i partigiani del parmense e dopo la guerra inizia l'iter per avere giustizia e riabilitazione per "facio". Incontra Giorgio Amendola che le comunica che non vi son prove per incriminare "Salvatore" ovvero Antonio Cabrelli che era stato quello che aveva messo in moto il meccansismo d'accusa,anche se il partito non si fida di lui. A quel punto, forse capita la situazione che si sta preparando nei suoi confronti, Antonio Cabrelli fa un rapido cambiamento di partito e va nel PSI. Assume la carica di consigliere e poi assessore a Pontremoli.Ma Antonio Cabrelli fa una fine singolare ed ambigua :muore in un incidente stradale con una donna che Laura conferma essere ex spia dell’OVRA, per cui vi son sospetti sulla morte del Cabrelli interpretabile come eliminazione di un personaggio assai scomodo,non e' l'unico caso dopo la guerra che personaggi scomodi,per vari motivi, muoiono in ambigui incidenti stradali od a causa delle conseguenze di tali incidenti, esempi ne sono i comandanti partigiani Aldo Gastaldi di tendenze monarchiche molto legato a Paolo Emilio Taviani,Emilio Canzi anarchico ,comandante della XIII zona operativa del piacentino e combattente della Guerra di Spagna e Ilio_Barontini comunista e rivoluzionario di professione che ha combattuto dalla Cina alla Spagna, dall'Etiopia alla Francia e ovvimante in Italia.
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