Quattro secoli di dominazione spagnola hanno impresso una serie di segni indelebili nella nostra isola. Tra questi si distinguono in maniera particolare quello dell’abbigliamento tradizionale e ancora quello, capace di impressionanti affinità, relativo ai paludamenti e agli stessi riti della Settimana Santa. Due aree di influenza facilmente esplorabili, con l’efficace ausilio delle immagini fotografiche, nelle splendide tavole, realizzate negli anni trenta, da uno dei maestri della fotografia spagnola del novecento: Josè Ortiz Echagüe.
Nel 2007 il Comune di Cagliari, in collaborazione con l’Università di Pamplona, ha dedicato al grande fotografo spagnolo una mostra, DOLOROSAS – allestita presso il Lazzaretto di Sant’Elia – in cui, ad una esauriente selezione di immagini dal suo famoso libro fotografico España Mistica, ha unito le immagini relative ai riti sardi della Settimana Santa, firmate da alcuni tra i più rappresentativi fotografi isolani, consentendo così un confronto stringente tra gli archetipi spagnoli e le tradizioni locali.
La mostra, che propone un centinaio di tavole fotografiche e un elegante catalogo, inizia una trasferta spagnola della durata prevista di due anni. Le prime due tappe sono il sito monumentale di Chinchilla de Monte Aragòn, presso Albacete, nel cuore della Mancia del mitico Don Chisciotte e lo splendido Monastero de los Jeronimos, a Murcia, seguiranno Valencia, Alicante, diversi centri dell’Aragona e altre destinazioni ancora da decidere.
In occasione della chiusura della mostra a Chinchilla e dell’inaugurazione a Murcia l’assessore alla Cultura del Comune di Cagliari, Giorgio Pellegrini, è stato invitato a tenere due conferenze sulla tradizione mediterranea dei riti della Settimana Santa.
Spagna e Sardegna si incontrano ancora, stavolta in terra iberica, si confrontano per riscoprire forme e vicende comuni, condivise lungo il corso dei secoli, sino ad oggi.
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