Reportage

Alla scoperta di un mondo possibile dopo il Festival “Dire Fare Sostenibile e Solidale”
L'economia senza denaro
L'economia senza denaro

L’economia senza denaro

Lontano dai quartieri generali dell'alta finanza, c'è un paese in Sardegna, Guspini, dove gli abitanti hanno imparato a fare economia senza denaro. A raccontare la storia di questo fenomeno è Daniela Ducato, che ha trasformato l'esperienza in un'idea imprenditoriale di successo. <>. La premessa è dovuta: la lana, insieme agli occhi di farfalla, lo stupore dei bambini e l'ingegneria degli uccelli, è tra i protagonisti di questa piccola favola che parte nel ’97 quando a Guspini nasce la Banca del Tempo, un punto di incontro aperto a tutte le età dove i correntisti scambiano ore di aiuto ma anche sapere e conoscenza. <>, come appunto la lana. Gli iscritti alla banca si attivano subito con un piano per recuperare diverse aree degradate dallo spaccio di droga. Ognuno insegna agli altri i propri piccoli "segreti della nonna" per sfruttare le risorse disponibili e spesso superflue: si inserisce nei giardini la lana, capace di regolare l'acqua, per ridurre i problemi di terreni siccitosi e infertili; le panchine vengono ringiovanite con vernice ricavata da birra; dalle piante si ottengono colori per creare pinacoteche a cielo aperto; Il pomodoro offre la sua qualità antiruggine; le eccedenze di limone danno detersivi naturali. Il risultato della Banca del tempo, sottolinea Daniela Ducato, è anche un esempio di ricchezza multirazziale: <>. Tra le scoperte anche "il modo di vedere con occhi di farfalla. Le piante più amate dalle farfalle sono infatti quelle da cui si ottengono i colori più forti, utili per tingere e dipingere>>.

In seguito, nel giorno in cui si sveglia la Primavera, arriva la cementificazione di una parte del paese a cancellare le opere naturali realizzate: "alcuni ulivi secolari sono stati abbattuti ; sono finiti a terra numerosi nidi che gli uccelli avevano costruito con lana da noi appesa sugli alberi>>. Mentre monta la delusione e la rabbia di alcuni cittadini, i bambini li invitano a soffermarsi sulla geniale architettura dei nidi di lana: <<è stata come una richiesta a guardare avanti -ricorda la Ducato- ed è a quel punto che si è accesa la voglia di imitare l'idea costruttiva dei volatili. Già da tempo in Germania si usa la lana -precisa l'imprenditrice- ma è lana merino , con minor consistenza di quella sarda, che garantisce invece migliori risultati>>. Si apre così la strada ad una sinergia tra aziende che conduce, senza soldi pubblici, al sorgere di Edilana, che commercializza prodotti di lana termo-acustici isolanti per l'edilizia, l'architettura, il design è l'arredo. L'anno scorso, con la stessa filosofia nasce Edilatte: malti, pitture e intonaci realizzati con le eccedenze naturali del territorio, come quelle di miele, latte, birra e vino. <>.
La domanda nasce spontanea: è possibile un’esperienza analoga anche in città dalle dimensioni più importanti e relazioni più vaghe? <