Reportage

Quattro firme del giornalismo sardo parlano del futuro dell’Informazione.

La qualità dell'informazione domani

La corsa delle testate giornalistiche è già partita: vince chi offre sulla Rete le notizie in anteprima e il più massiccio volume di informazioni; velocità super che rischia di allentare il controllo sulle fonti lasciando per strada la qualità. Un pericolo che si può allontanare solo con una elevata dose di professionalità. Ne è convinto Mameli “L'avvento di Internet , richiede al giornalista una professionalità decisamente superiore, una qualità proporzionale alla quantità delle notizie. Senza dubbio, più informazioni si hanno, più è difficile selezionare. Mentre prima le fonti di informazione erano il palazzo di giustizia, il maresciallo dei carabinieri, il sindaco, il presidente della regione eccetera, oggi le fonti sono molteplici: Per scrivere su un dato argomento, il giornalista ormai non sempre interpella l’esperto in materia perché su Internet ha l'universo mondo che parla dell’argomento, quindi con moltissime informazioni a disposizione. La difficoltà sta appunto nel selezionare all'interno della quantità. E’ ciò non accade a proposito dell’informazione propinata soprattutto da quei giornali, quelle radio e quelle televisioni delle piccole testate che non hanno le professionalità adeguate. A rimetterci, alla fine, sono i lettori che ricevono notizie non controllate.

Sulla stessa linea di Mameli anche Peretti “ non si può fare un giornale di tre persone capace di pubblicare tutte le notizie che arrivano a un giornale, perché queste vanno anche verificate. Gli organici servono anche per quello e sono una garanzia per i lettori. Fare il giornalista non significa scrivere una cosa sul Web o sulla carta stampata ma lavorare per capire se la notizia che viene pubblicata è vera oppure no. Su internet invece sono numerose le testate composte solo da una o due persone che mettono in circolazione bufale ed errori. Credo però che i lettori sapranno nel tempo riconoscere e selezionare le testate giornalistiche credibili: E’ accaduto nella carta stampata e accadrà anche per i Siti web. In caso contrario Internet segnerebbe la fine del giornalismo”. Ma al di là delle incognite, Internet rimane la terra delle grandi occasioni “. Oggi i costi della carta stampata, delle tipografie, della distribuzione, sono enormi per cui non tutti gli editori e i soggetti che hanno delle idee e voglia di comunicare, sono in grado di entrare in un mercato così dispendioso. Il Web consente invece a più soggetti di entrare nel campo dell'informazione realizzando un maggiore pluralismo. Una redazione on line di soli giornalisti con pochi investimenti invece può fare buona informazione settoriale e trovare delle nicchie di mercato sufficienti per sopravvivere. Esistono casi in America di giornalisti che puntando sulla loro notorietà o capacità, hanno messo su dei siti di politica, di economia, di spettacolo, e si sono ritagliati dei grandi spazi con un numero di accessi veramente impressionante”.

La diffusione di un’informazione non verificata è, secondo Filippini, non un rischio ma una realtà, almeno in parte “La furia nei tempi di comunicazione costringe in qualche caso a non avere il tempo per il controllo delle fonti: quello che arriva via Internet non sempre è oro colato. E allora spetta al giornalista fare possibilmente verifiche incrociate per far emergere la credibilità delle informazioni. La velocità è un valore aggiunto dell'informazione giornalistica ma deve essere la correttezza e la qualità l'obiettivo finale” Filippini manifesta perplessità sulle enciclopedie libere fatte dagli utenti, alle quali alcuni giornalisti si affidano contribuendo alla propagazione di clamorosi abbagli “L’auspicio è che si arrivi alla disponibilità di enciclopedie immense, delle dimensioni di quelle consultabili su Internet, ma fatte da comitati scientifici, con un direttore responsabile (come le enciclopedie in volume cartaceo) in modo che siano certe e non inseriscano errori e dubbi in chi li utilizza”.

La ricerca è vana, l’antidoto contro la superficialità non esiste “Il rischio del minor controllo delle fonti è fatale –ammette Birocchi- perché comunque dietro le notizie ci sono pur sempre gli uomini. Il giornalista perfetto non esiste in natura, c’è quello più o meno scrupoloso.” Ma ad ogni modo anche per il giornalista Rai il premio andrà al lavoro accurato “credo che il lettore vada e andrà a cercare istintivamente l’informazione qualificata, Non a caso quelli dei quotidiani nazionali sono i siti d’informazione più cliccati perché la testata è sempre una garanzia di qualità della notizia“.