Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Senza regole solo danni»

Fonte: La Nuova Sardegna
2 marzo 2010

MARTEDÌ, 02 MARZO 2010

Pagina 1 - Cagliari

Baretti del Poetto, le motivazioni del Tar per la sospensiva della rimozione di due chioschi 



Paolo Casu (Udc): «Gli operatori vogliono il Pul»



Ninni Depau (Pd): «In Comune c’è troppa disorganizzazione, fermi anche i servizi essenziali»

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. «La sentenza del Tar vuol dire che non puoi, tu Comune, decidere di demolire se mancano le norme - il piano di utilizzo del litorale - che avresti dovuto fare», afferma Paolo Casu, Udc e presidente della commissione alle Attività produttive del consiglio comunale. Secondo il tribunale la rimozione creerebbe il «danno grave e irreparabile lamentato nel ricorso».
La decisione del tribunale amministrativo regionale si riferisce alla richiesta avanzata da due dei venti chioschi del Poetto, l’Oasi e le Palmette. Per quest’ultima struttura il Tar precisa che «l’ordinanza di demolizione (...) è stata adottata senza la previa definizione del procedimento di accertamento di conformità». L’atto di rimozione è stato emanato dagli uffici dell’edilizia privata del Municipio il 5 novembre scorso (dal primo novembre competente per questo demanio): i baretti erano e sono senza autorizzazione edilizia. «Ma è proprio qui il problema - sottolinea Casu - questo permesso non poteva essere dato in quanto mancano le norme (il piano di utilizzo, Pul), che lo permettono». Mentre quest’estate l’Oasi e le Palmentte avevano richiesto al Municipio un «accertamento di conformità» per verificare la propria situazione «in quanto non c’è il Pul», spiega Casu.
Un aspetto quest’ultimo che rimanda alle mancanze storiche del Comune, come sottolineato più volte anche da Sergio Mascia, responsabile del consorzio Poetto Services (che raggruppa nove strutture di ristoro della spiaggia): «Noi siamo dal 1989 che chiediamo, e richiediamo, queste regole. Nel frattempo abbiamo passato di tutto, compresi violenti acquazzoni che ci hanno costretto a ricostruire alcune parti, ovviamente semza autorizzazione edilizia. In parallelo è aumentato e si è modificato l’utilizzo dei baretti da parte della popolazione che ora li vive anche d’inverno. Ed è per questo che alcuni hanno messo delle vetrate, anche queste senza permesso comunale. Ma noi abbiamo sempre chiesto di avere le norme». Ora il consorzio e altri tre chioschi hanno domandato al Comune una sospensiva della rimozione in attesa di presentare un nuovo progetto di baretto amovibile secondo l’ultima delibera approvata dal consiglio municipale. Ma ancora non c’è stata alcuna risposta da parte degli uffici. La questione, viene sottolineato in Municipio, è molto delicata e complessa. In questo momento se ne sta occupando sia il settore dell’edilizia privata, da cui è partita l’ordinanza di rimozione, che quello legale.
«In tutta questa storia - afferma Ninni Depau, capo gruppo del Pd - le responsabilità del Comune sono evidenti: per anni non ha provveduto a creare le regole, ovvero il Pul. In questi giorni presenteremo un’interrogazione per chiedere conto della situazione dell’Urbanistica comunale. Vi sono troppe cose ferme: dalla pratiche sui condoni al piano casa, sino alle concessioni edilizie. Qui non si porta avanti nemmeno la normale amministrazione».