Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«L’esercito? Una scelta pericolosa e di facciata»

Fonte: La Nuova Sardegna
18 giugno 2008

MERCOLEDÌ, 18 GIUGNO 2008
Pagina 1 - Cagliari 



Interrogazione del centrosinistra in Comune dove sono finiti i vigili di quartiere e i commissariati?



Comune, l’opposizione contesta l’ipotesi dei militari a presidiare i rioni più emarginati

ROBERTO PARACCHINI
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CAGLIARI. La percezione dell’insicurezza non sempre corrisponde alla realtà. Questa la tesi centrale dei gruppi comunali del centrosinistra che, ieri, hanno presentato un’interrogazione urgente «sull’emergenza criminalità». Il sindaco Emilio Floris ha recentemente dichiarato a La Nuova che vedrebbe favorevolmente un presidio di militari a Sant’Elia, poi ha ampliato anche a Castello. La città, infatti, è tra quelle in cui potrebbe arrivare l’esercito in funzione di ordine pubblico. Duemila e cinquecento soldati saranno dislocati in una serie di città (in tutta Italia), non in funzione di protezione civile ma per fronteggiare la delinquenza. In Sardegna negli anni Sessanta del secolo scorso i «caschi blu» erano stati mandati nel nuorese per presidiare il territorio contro il banditismo. E in un’altra situazione - di violentissimo scontro con la mafia - a Palermo per proteggere gli edifici pubblici.
Nell’isola l’utilizzo dei caschi blu aveva occentuato il rifiuto da parte della popolazione dello Stato, come raccontò Peppino Fiori ne La società del malessere (Laterza). E non risolse il problema-banditismo. In Sicilia, invece, c’era una situazione di quasi guerra civile con la mafia. «Ma a Cagliari, c’è un quadro da guerra civile - domanda Ninni Depau, capo gruppo del Pd - o non è forse un’operazione di facciata che rischia di fare danni di immagine e di non risolvere i fenomeni legati alla devianza?». «Un modo di agire frettoloso - commenta Massimo Zedda, sinistra democratica - che punta a dare risposte all’elettorato di centrodestra, mentre i dati dicono che non c’è affatto una recrudescenza della criminalità, semmai un modo di percepirla in maniera amplificata».
Nell’interrogazione i gruppi di opposizione hanno ricordato che fu la stessa maggioranza ad approvare, nel dicembre del 2006, una delibera che stabiliva una serie di disposizioni che vanno in direzione diversa dall’invio dell’esercito. In particolare viene precisato che era stata chiesta l’istituzione dei vigili di quartiere, la promozione di iniziative per favorire la collaborazione con gli organi di polizia per l’apertura di specifici commissariati nei quartieri più disagiati e la promozione di iniziative di carattere sociale e culturale. Inoltre era stato ipotizzato il risanamento degli spazi più degradati della città, maggiormente esposti all’insorgenza di fenomeni di micro-criminalità; e l’istituzione di un osservatorio comunale di verifica dell’efficacia delle soluzioni adottate, in ordine alla sicurezza, e di monitoraggio costante delle situazioni di disagio sociale, informando semestralmente il consiglio comunale.
In quell’occasione i consiglieri di centrosinistra, con una lettera inviata al sindaco nel gennaio del 2007, lamentarono la mancanza di informazioni e di dati «che consentissero una completa comprensione dei fenomeni di criminalità urbana e proposte più puntuali e operative». Ma quanto deciso dalla stessa maggioranza, precisano i consiglieri della minoranza, non ha avuto seguito. Da qui la domanda al sindaco Emilio Floris se non ritenga «che l’invio di militari, per come ipotizzato e in assenza di informazioni precise, possa rappresentare un elemento di allarme per i cittadini e far apparire Cagliari come città insicura e pericolosa?». Poi la domanda pleonastica: visto la delibera del dicembre 2006, quali iniziative ha assunto negli anni la Giunta per affrontare fenomeni di criminalità urbana, con particolare riferimento all’istituzione del vigile di quartiere, al potenziamento delle stazioni di pubblica sicurezza, alle iniziative di carattere sociale e culturale, e al risanamento degli spazi più degradati della città?».