Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Baretti sconfitti, respinta la proposta degli operatori

Fonte: La Nuova Sardegna
11 febbraio 2010

GIOVEDÌ, 11 FEBBRAIO 2010

Pagina 2 - Cagliari

Poetto. La conferenza di servizio boccia l’ipotesi di adeguare i chioschi al regolamento edilizio approvato nel 1999: «Vale il Puc vigente»



I titolari dovranno ripresentare la domanda: strutture amovibili e non superiori a 30-35 metri



Sergio Mascia: adesso non è più sicuro il servizio per l’estate

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. La conferenza di servizi ha respinto ieri sera la proposta dei baretti e chiesto di rifare la domanda con riferimento al piano urbanistico vigente.
«A questo punto non c’è certezza sul fatto che il servizio dei baretti possa esserci anche la prossima estate», afferma Sergio Mascia, responsabile del Consorzio Poetto Services (che raggruppa nove chioschi), capofila della proposta respinta. «Va detto - continua - che ora dovremo ripresentare la domanda e che ci sarà un ulteriore iter coi suoi tempi, mentre siamo già a febbraio».
Alla conferenza di servizio, terminta ieri sera alla 19.20, hanno partecipato, oltre agli uffici di edilizia privata del Comune, quello del paesaggio della Regione, Abbanoa, la Asl e la Dogana.
Il «no» è stato motivato da due elementi: è possibile dare l’autorizzaizione edilizia solo per l’area attualmente in concessione demaniale (niente traslazione, quindi). Scondo, nella richiesta mancava la quantificazione del periodo di autorizzazione.
A monte, va ricordato, c’è l’ordinanza di sgombero emanata dal Comune per mancanza di concessione edilizia, che impone agli operatori della spiaggia di rimuovere i chioschi. Atto che sarebbe dovuto avvenire entro il 5 e il 7 di questo mese. Ma in zona Cesarini (il 4), il consiglio comunale ha approvato la «fase preliminare» (gli indirizzi) del piano di utilizzo del litorale (Pul) con un emendamento proposto dalla Giunta. In questo si legge che «specifiche autorizzazioni edilizie» potranno essere «rilasciate entro il perimetro delle concessioni demaniali in essere» e sino «alla data dell’effettiva applicazione del nuovo assetto delle concessioni demaniali derivanti dalla previsione del Pul». Autorizzazioni, queste, che dovranno far riferimento al piano regolatore (articolo 30) in vigore. Il tutto al fine di realizzare «opere e impianti di facile rimozione a carattere temporaneo destinati alla somministrazione e alla preparazione di bevande e alimenti e a servizi di spiaggia». Solo che «quando noi abbiamo fatto la proposta - spiega Mascia - la previsione di Pul non era stata ancora approvata». E la motivazione che ha portato al parere negativo, da parte degli uffici di edilizia privata del Comune, si basa proprio su questa «previsione di Pul».
L’ipotesi presentata dai titolari dei baretti (ma solo da dieci di loro, anche se avrebbe funzionato come apripista) si rifaceva al regolamento edilizio varato nel 1999 per i servizi da spiaggia. Da parte del consiglio comunale, sottolinea Massimiliano Cappellacci (Udc, presidente della commissione comunale consiliare alla Cultura), «era stata espressa una volontà chiara: permettere la ristorazione sulla spiaggia. Mentre questo risultato non è quello che avevamo chiesto: l’assessorato doveva fornire le questioni tecniche per permettere il rispetto della volontà dell’assemblea». Bisogna, però, «ricordare che per anni c’è stato un vuoto normativo - spiega Ninni Depau, capo gruppo del Pd - e che è dovere dell’amministrazione trovare la soluzione più adeguata. Ma questo non è stato fatto, mentre il Consiglio aveva chiesto di individuare gli strumenti tecnici necessari».
Ora i titolari dei baretti dovranno ripresentare la domanda per strutture amovibili con un massimo di 30-35 metri quadri e un tempo preciso di autorizzazione.