Rassegna Stampa

Il Sardegna

Tempi ristretti per le servitù

Fonte: Il Sardegna
18 dicembre 2009

Il convegno. I Riformatori discutono dei beni con le stellette. L'assessore Campus: «Il Comune dirà la sua»

All'appello mancano alcuni edifici: l'ex ospedale militare di via Azuni e la caserma Ederle

L'accordo di programma sulle servitù militari scade nel marzo 2011. Se entro quella data il passaggio dal Demanio alla Regione non sarà completato, il rischio è quello di perdere i beni militari non ancora in mani sarde. L'allarme lo lancia il capogruppo dei Riformatori al Comune Giorgio Angius, nel corso del convegno “I beni militari in città. Quale futuro?”, organizzato proprio dai Riformatori. «Sono una risorsa per la città», ammette il leader del partito Massimo Fantola, riferendosi ai beni militari «messi in posizioni strategiche anche in chiave di sviluppo del capoluogo». Tanti quelli già mano alla Regione. Sette invece i beni cittadini ancora col le stellette, perché dismissibili “previa riallocazione”: l'ex ospedale militare di via Azuni, le caserme Gioda e Martinazzo di via Nuoro, la Ederle di Calamosca, l'ex Griffa al Belvedere. Ancora. L'ex panificio militare in viale Buoncammino, il magazzino vestiario di via Campania e i magazzini del genio e gli alloggi militari di viale San Vincenzo. «L'idea è quella di riallocare tutte le funzioni di queste strutture nella caserma Mereu di via San Bartolomeo», spiega Alessio Mereu, consigliere comunale, «ma servono 60 milioni di euro». E soprattutto idee per dare al Comune un ruolo nelle decisioni strategiche. Come spiega con una similitudine gastronomica l'assessore all'Urbanistica Gianni Campus: «E' tempo di dismissioni», annuncia, «Ferrovie, poste, ospedali, beni militari. Ma il futuro di queste strutture sarà deciso con noi. Vogliamo qualche salsiccia del maiale che ha ha pascolato nel nostro cortile». Il consigliere regionale Pierpaolo Vargiu ha chiesto ideee nero su bianco al Comune. ¦