Rassegna Stampa

Il Sardegna

Poetto, il ripascimento in Appello il Pg: «Confermare le condanne»

Fonte: Il Sardegna
1 dicembre 2009

L'udienza. Il procuratore rincara la dose sull'abuso d'ufficio: Zirone e gli amministratori agirono con dolo

I legali dei tecnici portano foto e sabbia per dimostrare che è più chiara del previsto

Il dolo c'è stato, eccome. Si è voluto intenzionalmente favorire l'azienda che azionava l'idrovora sputa sabbia-nera, con il risultato di trasformare il Poetto in un pietraia. Il procuratore generale Maria Alessandra Pelagatti non ha usato mezzi termini nelle due ore e trenta minuti di requisitoria, in Corte d'Appello, per ribadire le responsabilità dei dieci imputati per il drammatico ripascimento del marzo 2002. Conferma integrale della sentenza di primo grado - ovvero, le condanne - compreso il passaggio che attribuisce all'ex assessore provinciale ai Lavori pubblici Renzo Zirone, agli ingegneri Andrea Gardu e Lorenzo Mulas e al direttore dei lavori Salvatore Pistis l'abuso del loro ufficio. «Se sotto il profilo oggettivo la sussistenza del reato è palese - ha ricordato il Pg alla seconda sezione, Iacono-Sechi-Arca - dal punto di vista dell'elemento psicologico è chiaro che l'intenzione sia stata quella di favorire l'associazione temporanea di imprese», quella Ati Sidra- Mantovani-Gavassino che in qualche modo aveva avvisato l'amministrazione che non vi era alcuna garanzia sul risultato del prelievo nell'area indicata dal decreto ministeriale. I co-direttore dei lavori Gardu e Pistis avrebbero dovuto chiedere il blocco dei lavori al primo riversamento di arena di colore inconfondibilmente scuro (i giudici di primo grado sottolineano come non ci volessero degli esperti stabilirlo), Mulas da responsabile del procedimento avrebbe dovuto ordinare la sospensione, stessa accusa a Zirone. Per il procuratore generale è palese: gli amministratori agirono con dolo, intenzionale e non eventuale, per timore di perdere i finanziamenti già prorogati e scaduti poi nell'estate 2002. Ma in confronto al danneggiamento di un bene inestimabile, la perdita dei fondi era davvero cosa di poco conto, hanno scritto i giudici di primo grado (Sette-Badas-Casula). Alla Corte d'Appello il Pg ha sollecitato di dichiarare la prescrizione per il reato di falso ideologico contestato alla commissione di monitoraggio della Provincia: Andrea Atzeni, Paolo Orrù, Giovanni Serra, Gardu e Pistis. Ma anche il reato di danneggiamento è a rischio prescrizione: l'ultima data utile è il 27 dicembre. Ma se la Cassazione rigettasse un eventuale appello per inammissibilità, allora il reato resterebbe in piedi. I legali Andrea Pogliani e Riccardo Floris hanno portato un po' di sabbia e prodotto documenti e foto per dimostrare che la sabbia, oggi, è più chiara del grigio topo previsto dal capitolato d'appalto. Produzioni respinte. Le parti civili - legali Guido Manca-Bitti, Carlo Alberto Melis e Giuseppe Andreozzi - hanno confermato le richieste. Giovedì le arringhe di Salvatore Casula, Luigi e Pierluigi Concas, Leonardo Filippi, Denise Mirasola, Francesco Atzori, Antonio Cabriolu. ¦ E.L.


In primo grado
Otto condanne e due assoluzioni I reati ¦
¦ Le condanne in primo grado: Zirone (abuso e danneggiamento) 2 anni e 8 mesi; Gardu e Pistis (abuso, danneggiamento, falso) tre anni; Mulas e Piergiorgio Baita (danneggiamento e abuso) 2 anni; Atzeni, Orrù, Serra 1 anno e 4 mesi. Assolti Daniele Defendi e Antonello Gellon.