Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Expo, discese ardite (e risalite)

Fonte: L'Unione Sarda
24 novembre 2009

Rassegne. Concerti, ritmo, emozioni al festival che si è concluso domenica notte alla Fiera di Cagliari 

Jazz, se il suono è un continuo colpo di scena

Ci sono musicisti che passano la vita arroccati in una torre d'avorio dedicando i propri pensieri solo alla loro arte, e altri che mostrano sensibilità per ciò che hanno intorno. Così, capita che domenica notte alla fine del concerto di Antonello Salis e Fabrizio Bosso, tra i protagonisti della serata conclusiva dell'Expo, i due mattatori del nostro jazz si improvvisino testimonial dell'associazione Gofar, che raccoglie fondi per la ricerca sull'Atassia di Friedreich. L'appello di inviare un sms al 48587 viene colto al volo e consegna un altro bel gesto di solidarietà, che si aggiunge a quelli dei volontari di Amnesty International, Solidando, Oipa, Lav, presenti al Village con gli stand delle loro organizzazioni, e all'incursione dei cantanti Alberto Sanna e Diablo nel reparto di Pediatria del Brotzu.
Uniti da un sodalizio di recente costituzione, ma che ha già prodotto un album dal titolo, Stunt , Salis e Bosso regalano un set pieno di colpi a sorpresa caratterizzato da improvvisi cambi di rotta e d'ispirazione, frasi inaspettate, cascate di note, temi che vengono destrutturati e poi ricomposti, melodie belle ed evocative, fraseggi vertiginosi, momenti tumultuosi, fratture, dislivelli, slanci lirici, ri-creazione di strutture preesistenti, esplosioni, sussurri, elettronica, eccitante interplay. Tutte cose a cui il pianista-fisarmonicista di Villamar e il trombettista torinese dalla tecnica impeccabile e dal suono terso, danno vita all'interno di note pagine pescate dalla memoria musicale, come Body and soul , Caravan , Besame mucho , Estate , It don't mean a thing , Tintarella di luna , Domenica è sempre domenica , Nuovo cinema paradiso .
Qualche ora prima, a strappare applausi nella sala Blu è la funambolica voce di Petra Magoni, cantante eclettica con un gran senso del ritmo e inventiva timbrica da vendere, sostenta dal fantasioso contrabbasso-orchestra di Ferruccio Spinetti. Un viaggio nel tempo e nei generi dove la coppia trasfigura abilmente ogni brano, spaziando da Bocca di rosa , proposta a elevatissima velocità, a Love for sale di Cole Porter, da Over the raimbow a Felicità di Lucio Dalla, passando per La pittrice di girasoli scritta da Cristina Donà, La nave , Si viaggiare , Quando , Guarda che luna , Fever , Kiss e Come together .
Ci sono poi le proposte che guardano alla tradizione, come quella della Tangeri Café Orchestra con il suo magico intreccio di vocalità, strumenti a corda e percussioni, e di Yamandu Costa, maestro brasiliano della sei corde che traghetta gli astanti nella terra di Baden Powell e Tom Jobim. Anche nel campo dove jazz e musica etnica si mescolano e si confondo, le offerte non mancano. A partire da Istambul in blue , progetto di affascinate presa che, spostandosi idealmente da un capo all'altro del mondo, attraversa Europa e Sudamerica sfociando in una riuscita fusione di tratti stilisti diversi, grazie all'appeal dei temi e alla bravura di solisti come Fahir Atakoglu, pianista turco dallo stile fluido e incisivo, e il batterista Horacio El Negro Hernandez, che per l'occasione mette un po' da parte l'abituale carica esplosiva del proprio drumming, badando invece a suggerire, sostenere e colorare.
Una proposta ricca di influenze, come del resto quella intitolata L'isola della pomice , nuovo lavoro intriso di jazz, rimandi orientali ed elettronica, che il percussionista calabrese Leon Pantarei presenta sul palco del Palazzo dei Congressi in compagnia di un buon gruppo dove spiccano i fiati di Joe Bowie e Luca Aquino. Una musica che guarda nell'animo offrendo serenità e senso di pace, e che è tutto il contrario di quella ascoltata nello splendido e sferzante set del chitarrista norvegese Eivind Aarset, dominato da suoni minacciosi, rock duro e martellamenti elettronici. Una serata densa di proposte, in cui affiorano i brani del recente album di Enzo Favata, The night of the storytellers , che il sassofonista algherese distende con il chitarrista Marcello Peghin e il contrabbassista Yuri Goloubev, il repertorio degli Andhira, il jazz d'annata della band di Paolo Nonnis, il reading concerto di Alberto Sanna, Canzoni per (r)esistere , con i testi di Francesco Abate, le voci recitanti di Giacomo casti e Diablo, il basso di Silvano Lobina e le immagini curate da Sergio Benoni.
CARLO ARGIOLAS

24/11/2009