Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Chioschi abusivi, ma pagano l'Ici

Fonte: L'Unione Sarda
10 novembre 2009

Poetto. Ordinanze di demolizione emesse per evitare l'accusa di omissione d'atti d'ufficio. Il pasticcio è nato nel 1986

Ventitré anni di irregolarità tollerate e “incoraggiate”

Ora si cerca di trovare una soluzione politica. Il sindaco Floris ha chiesto due giorni per studiare le carte, giovedì il caso in Giunta.
Il pasticciaccio brutto del Poetto nasce all'inizio degli anni '80 e si è perpetuato fino ai giorni nostri. Tra sottovalutazioni, lassismo, ammiccamenti e furbizie, ha prodotto una matassa burocratica dalla quale sarà difficile uscire, sfociata nelle ordinanze di demolizione per i ventuno baretti del litorale cagliaritano. Nel frattempo in tanti (oltre ai gestori anche le centinaia di persone che si stanno mobilitando per “salvare” i chioschi, punto di ritrovo delle giornate e nottate estive) si interrogano su cosa ci sia dietro.
DOMANDA Una lobby economico-affaristica che vuole fare piazza pulita per sfruttare nuove concessioni? Qualche assessore radical-chic, al quale non piace l'attuale conformazione dei locali? La risposta sembra essere molto più semplice: a venire al pettine sono stati nodi nuovi e antichi, che hanno scoperchiato il tappo di un'illegalità diffusa ma per troppo a lungo tollerata. Perpetrata dai gestori delle attività, con la complicità (forse inconsapevole) di chi non solo non ha vigilato ma che con atti amministrativi, anche recenti, sembra aver incoraggiato lo status quo.
I DOCUMENTI Sfogliando le carte, infatti, emerge un quadro impressionante nella sua semplicità: i chioschi per i quali è stato disposto l'abbattimento entro i prossimi tre mesi sono tutti sprovvisti di autorizzazione edilizia. Il Comune, in 23 anni, non l'ha mai concessa. Eppure gran parte di quelle strutture sono state regolarmente accatastate, provviste di autorizzazioni sanitarie e commerciali, con i pagamenti Ici in regola.
TASSE E LICENZE E la domanda più ricorrente (e molto imbarazzante) anche in Comune è solo una: «Com'è possibile che si accetti il pagamento di un'imposta comunale per un immobile sprovvisto di autorizzazione edilizia?». C'è chi dal 1986 (anno nel quale la Regione impose di rimuovere i casotti e precedenti chioschi) chiede di essere messo in regola: è partito con un'autorizzazione stagionale per la vendita di bibite e gelati e poi, nell'indifferenza generale, ha via via ampliato la sua offerta. Alcuni dei chioschi sembrano stabilimenti e, già in primavera, osservano una sorta di orario continuato, dalle 6 del mattino alle 3 di notte.
IL FUTURO Perché la situazione è esplosa da un giorno all'altro, proprio alla vigilia dell'esame del Piano d'utilizzo dei litorali da parte del Consiglio comunale? Sembra difficile crederci, eppure pare si tratti di una coincidenza meramente temporale. Il dirigente comunale che ha firmato il provvedimento avrebbe voluto evitare di incorrere nel reato di omissione d'ufficio (recentemente contestatogli dalla Procura per un manufatto abusivo realizzato in città, mai demolito). Alla magistratura, sull'abusivismo diffuso al Poetto, sono arrivate non solo segnalazioni anonime ma anche rapporti del Corpo forestale e dei vigili urbani. Atti che, leggi alla mano, non possono essere ignorati.
LA SOLUZIONE La palla passa ora alla Giunta comunale, visto che da più parti si chiede una soluzione politica, che permetta il ripristino della legalità e una gradualità negli interventi di trasformazione del litorale, evitando di mettere i gestori dei baretti sulla strada da un giorno all'altro. Sembra esserne consapevole il sindaco: ha chiesto due giorni di tempo per studiare il dossier, promettendo di affrontarlo operativamente nel corso della riunione di Giunta programmata per giovedì.
ANTHONY MURONI

10/11/2009