Rassegna Stampa

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Per Pasqua mancano 3.000 addetti in bar e ristoranti. Le aziende cercano fuori dall’Isola

Fonte: web sardiniapost.it
4 aprile 2023

Per Pasqua mancano 3.000 addetti in bar e ristoranti. Le aziende cercano fuori dall’Isola

Ventitremila addetti in Sardegna tra bar e ristoranti nel settore esercizi pubblici. Ma, anche per Pasqua, ne mancano circa tremila, soprattutto figure specializzate come cuochi o pasticceri di alto livello che sappiano usare in cucina macchinari o strumenti di ultimissima generazione. Qualche azienda – come è successo l’anno scorso – andrà a cercare il personale fuori dall’Isola. Altri – come spiega Emanuele Frongia, presidente della Fipe Confcommercio – dovranno adattarsi alla situazione: “Magari non apriranno a pranzo – ha spiegato- o adatteranno il menù al numero di addetti a disposizione. Ne abbiamo visto di tutti i colori, ma così si riduce l’offerta anche turistica”. È quanto emerso questa mattina dal convegno alla Mem di Cagliari dal titolo “Lavoro e talento: analisi e prospettive” organizzato dalla Fipe Confcommercio Sud Sardegna.

A partire dalle 15, e fino alle 18, sempre alla Mem di Cagliari, in programma il Talent Day. “Un’occasione – ha detto Frongia – per fare incontrare domanda e offerta di lavoro: capita purtroppo che i giovani si preparino anche bene in un settore quando invece il mercato chiede altro”. Presente al convegno anche il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu: “Non vi scoraggiate – ha detto ai ragazzi delle quinte dell’istituto Alberghiero -, provateci sempre, non mollate: se si perde un’occasione si prova con un’altra. “La Sardegna – ha osservato Andrea Chiriati, responsabile Lavoro dell’area relazioni sindacali di Fipe Confcommercio – è in linea con le altre regioni: è un’opportunità persa non cogliere tutte le chance lavorative, non dare posti di lavoro toglie opportunità ai servizi turistici e all’offerta. C’è un problema tra domanda e offerta, spesso le aziende non utilizzano canali giusti, l’online è ancora oggi poco utilizzato, bisogna affidarsi a professionisti anche con il supporto delle organizzazioni per intermediari”. C’è anche una criticità che riguarda la conoscenza delle lingue straniere, solo italiano e inglese non bastano più: “Ormai – ha sottolineato Frongia – di lingue ne servono tre o quattro. E non c’è molto personale con questo bagaglio di conoscenze”.