Rassegna Stampa

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Lucido Festival a Cagliari, sul palco i temi della disabilità e delle diversità

Fonte: web sardiniapost.it
17 novembre 2022


Lucido Festival a Cagliari, sul palco i temi della disabilità e delle diversità

L’ottava edizione del Lucido Festival sarà incentrata sui temi della disabilità, della diversità e delle le tematiche di genere. Si parte il 17 novembre a Cagliari, tra Exmà, Cinema Odissea, Il ridotto e il Liceo artistico Foiso Fois, fno al 20 novembre. Le ideatrici sono le attrici e registe Tiziana Troja e Michela Sale Musio, della nota compagnia LucidoSottile.

“Assenza più acuta” è il titolo scelto per il festival che propone oltre dieci spettacoli con artiste e artisti nazionali e internazionali, personalità del mondo della cultura, della società e della scienza. Un ventaglio di progetti focalizzati sull’interdisciplinarietà e sulla ricerca artistica avanzata, spaziando tra i linguaggi della danza, teatro, cabaret, musica.

Collaborano al progetto l’associazione Giulia Giornaliste, impegnata nel rispetto di un linguaggio inclusivo e di una narrazione che non rafforzi stereotipi e squilibri di genere e la Lptw (The league of professional theatre women), formata da registe, produttrici, organizzatrici, attrici, operatrici teatrali di 63 Paesi nel mondo. Numerosi gli ospiti: Jessi D. Hill, Crystal Skillman, Lily Ali-Oshatz Monica Nappo, Valentina Lodovini, Annagaia Marchioro, Adele Madau, Lella De Marchi, Gustavo Gini, Gianluca Vassallo, Batisfera, Andrea Lanza, Irene Di Dio, Albachiara Gandolfo, Paola Silvia Dolci, Mattia Berto, Zoe Pia, Laura Caparrotti, Fabio Marceddu e Antonello Murgia, Alessandra Addari.

Ai giovani tra i 14 e 17 anni sono dedicati una serie di laboratori. Il 50 per cento delle attività ha uno scopo sociale. “In questi anni – sottolineano Tiziana Troja e Michela Sale Musio – abbiamo dato voce a chi della disabilità€ o diversità ha fatto un punto di forza o di svolta. Abbiamo portato sul palco uomini e donne che si battono per i diritti delle altre donne, facendo vedere che sul palcoscenico non solo si possono mostrare malattia, disabilità€ e diversità€, ma che nel mostrarli, i veli della ‘non conoscenza’ e della ritrosia ad essa legata, cadono