Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Pochi abitanti, Castello sta morendo»

Fonte: L'Unione Sarda
5 ottobre 2009

Pulizia, traffico e parcheggi: ecco i problemi di chi vive o lavora nel Centro storico 

La protesta: altro che turisti, qui manca anche il bancomat

Il conflitto d'identità del quartiere che di giorno vuole essere a misura di abitante e col buio accoglie il numeroso popolo della notte.
«Quando c'erano le Comunioni monsignor Locci chiedeva che gli preparassi almeno 120 gigli. Ora ne bastano cinque». Castello sta lentamente perdendo abitanti, ed è questo, almeno a giudizio di chi nel quartiere del centro storico ci vive o ci lavora, il problema principale. Mancano i servizi essenziali e gli anziani sono costretti a sfacchinate per incassare la pensione o pagare le bollette dell'Enel. I turisti non trovano neanche un bancomat, ma in compenso si rifanno gli occhi con le discariche a cielo aperto tra le mura dei palazzi feriti dalle bombe della Guerra. Per non parlare delle facciate: un pericolo per chi ci passa vicino (via La Marmora è stata riaperta mercoledì dopo 21 giorni di chiusura) e uno sconcio tra i monumenti.
I PARCHEGGI Parcheggiare a Castello è un'impresa: le auto dei residenti sono 500, le aree di sosta appena 250. Figuriamoci gli spazi per chi non ha il pass. «È necessaria un'autorizzazione anche per chi nel quartiere ci lavora, ma non ci abita», afferma Giovanni Garbato, titolare di un negozio di antiquariato. «Serve poi una maggiore pulizia: di notte i frequentatori dei pub scambiano i portoni per vespasiani. E un maggior coordinamento: via La Marmora è stata riaperta ma di bus neanche l'ombra». (Per un difetto di comunicazione tra Comune e Ctm, che non era a conoscenza della riapertura della strada, il Pollicino probabilmente riprenderà le corse regolari solo oggi).
QUARTIERE MORTO Mario Ligas di defunti se ne intende: da 44 anni gestisce un'agenzia funebre in via Canelles. «Hanno ucciso Castello. Il più grande errore è stato deportare gli abitanti al Cep, a Sant'Elia o Mulinu Becciu. Nel 1965, quando sono arrivato, in uno scantinato vivevano anche 8 persone. Certo - aggiunge Ligas - le condizioni di vita erano difficili, ma ogni sera nelle strade c'era festa».
IL SUGGERIMENTO Maria Beatrice Cugusi fa la farmacista in via La Marmora «da cinque generazioni». Qual è il vero problema del quartiere? «Servono incentivi, mutui agevolati per ristrutturare le abitazioni e, soprattutto, le facciate delle case. Solo così i proprietari saranno obbligati a rimettere in sesto le palazzine. Altrimenti saremo sempre più isolati dal mondo e gli anziani prigionieri a casa: come lo erano sino a mercoledì, con via La Marmora chiusa per la caduta di calcinacci».
ANDREA ARTIZZU

03/10/2009