Rassegna Stampa

Il Sardegna

Porto, piano regolatore al Tar «No a negozi senza banchine»

Fonte: Il Sardegna
2 ottobre 2009

Il ricorso. Le contestazioni della Camera di Commercio allo strumento urbanistico

Il sospetto: se si realizzano alberghi e attività prima dello scalo si alterano gli equilibri

L'Autorità portuale non aveva dato ascolto a Giancarlo Deidda, quando questi chiedeva conto delle infrastrutture da realizzare sul lungomare, nell'intento di connettere mare e città. Di quelle portuali e di quelle commerciali, che rischiavano di essere realizzate prima che nascesse lo scalo turistico, con conseguente “alterazione” degli equilibri del commercio cittadino. È questo il motivo principale per cui la Camera di Commercio ha impugnato davanti al Tar il Piano regolatore del porto, il masterplan dell'Authority sul suo futuro. L'amministrativista Stefano Porcu sta per depositare un ricorso già notificato alle parti. E a breve la questione diventerà materia per i giudici di via Sassari.
IL RICORSO. Il principale motivo di ricorso riguarda proprio le strutture commerciali che secondo il Piano dovrebbero nascere tra le banchine e la città, alla Marina di Sant'Elmo e in via Roma. Oltre a un albergo (o forse più alberghi) davanti a Bonaria. Si tratta di opere a supporto dell'attività nautica da diporto. Ma se venissero realizzate prima dei nuovi attracchi e del porto storico, rischiano - è il timore dell'ente in Largo Carlo Felice - di fare ombra alle attività cittadini. Una sorta di concorrenza sleale, insomma. Deidda lo aveva fatto presente in sede di Comitato portuale - l'organismo dove sono rappresentati tutti i soggetti interessati al porto, dalla Regione alla Cict - ma nessuna risposta era arrivata.
LE CENSURE. Di lì il primo motivo di ricorso, ovvero la mancata pronuncia dell'Authority di Paolo Fadda alla richiesta della Camera di Commercio. Le altre riguardano profili tecnici del Piano: anzitutto, il suo mancato adeguamento al Piano urbanistico di Cagliari. Vuol dire che prevede cubature dove magari il Comune ha previsto giardini. E viceversa. E infine, il mancato adeguamento alle regole di salvaguardia ambientale introdotte dal Piano paesaggistico regionale, che disciplina nel dettaglio la realizzazione di infrastrutture portuali. Ovviamente, neanche il Puc del Comune è conforme alle regole del Ppr regionale. A questo punto, è facile intuire che al Tar sarà battaglia: se venisse annullato il Piano regolatore andrebbero in fumo anni di consulenze e progettazione. ¦ E.L.