Rassegna Stampa

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Pronta la nuova stagione delle nomine: quasi 60 poltrone tra sanità e Province

Fonte: web sardiniapost.it
30 luglio 2020

Pronta la nuova stagione delle nomine: quasi 60 poltrone tra sanità e Province


La stagione delle nuove nomine targate centrodestra è alle porte. Una spesa aggiuntiva stimata in quattro milioni di euro e legata a doppio filo alla riforma della sanità e a quella delle Province. A spanne sono una sessantina i posti di comando che la maggioranza al governo della Regione deve assegnare. L’obiettivo è farlo prima di Ferragosto. Ma sembra difficile che l’intera operazione si possa chiudere nel giro di due settimane, perché non tutti gli alleati di Christian Solinas stanno remando nella stessa direzione.

Cominciando dalla sanità, c’è la partita dell’Ats da cancellare. Ma l’Azienda per la tutela della salute non scomparirà del tutto. L’organizzazione verticistica dell’assistenza medica e ospedaliera resterà eccome, attraverso l’Ares, non a caso acronimo di Azienda regionale per la salute. Cui spetterà gestire gli acquisti, ma anche i concorsi e più in generale la gestione del personale. Le Assl, governate attualmente da un direttore, torneranno invece a essere Asl e avranno tutte una terna di manager, come nel vecchio modello. Non si toccano, ovviamente, le due Aou (le aziende ospedaliero-universitarie), il Brotzu e l’Areus del 118, tutte ugualmente gestite da un Dg affiancato da direttore sanitario e amministrativo.

Sommando le nuove nomine da fare, ecco i calcoli. Le strutture da gestire sono tredici, tra Ares, Areus, le due Aou, il Brotzu e le otto Asl. Considerando appunto la terna di manager in ciascuna azienda, si arriva a 39 poltrone da assegnare. Sullo sfondo la rivendicazione dei Riformatori, contrari a che il Brotzu torni alle origini e non resti più in piedi l’accorpamento col Microcitemico e l’Oncologico. Una soluzione, questa, che piace invece a Giorgio Oppi, il gran capo dell’Udc che punta a ‘spogliare’ il Brotzu per potenziare di nuovo la Asl 8 di Cagliari, tradizionale roccaforte dello scudo crociato, a differenza del Brotzu diventato nel tempo ‘regno’ degli stessi Riformatori. Non si esclude un accordo intermedio: l’Oncologico potrebbe finire sotto la gestione dell’Aou del capoluogo, come richiesto tempo fa dalla rettrice Maria del Zompo per evitare che l’Università del capoluogo perda le scuole di specializzazione in Oncologia, Chirurgia e Anestesia.

Sul fronte delle Province, il ddl della Giunta prevede la riesumazione di Gallura, Ogliastra, Medio Campidano e Sulcis che andrebbero a sommarsi a Nuoro, Oristano e Sassari. L’attuale ente del Sud Sardegna verrebbe spacchettato. Oltre alla rinascita del Medio Campidano, ci sarebbe l’espansione della Città metropolitana di Cagliari, attualmente formata da diciasette Comuni limitrofi al capoluogo a cui si aggiungerrebbero il Sarrabus, il Sarcidano, il Gerrei e la Trexenta, ciò che farebbe perdere la connotazione metropolitana attuale.

Anche sulla riorganizzazione delle autonomie locali sarde si registra la voce contraria dei Riformatori che già nel 2012 avevano promosso il referendum per cancellare le province, sebbene oggi occupino la casella di Sassari con l’ex segretario regionale del partito, Pietrino Fois. Le poltrone da assegnare con gli enti intermedi sono sedici, tra i commissari politici e la casella strettamente amministrativa dei Dg. Di qui appunto la sessantina di caselle da riempire includendo la sanità.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)