Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

E’ guerra sulle aree del porto

Fonte: La Nuova Sardegna
22 settembre 2009

MARTEDÌ, 22 SETTEMBRE 2009

Pagina 1 - Cagliari



In gioco i progetti più appetibili del piano regolatore



Fadda: «Ci vuole una società che pianifichi con Regione e Comune» Ministero d’accordo comitato in fermento


di Alessandra Sallemi
CAGLIARI. Si chiama Porto Storico e il 25 giugno la proposta della sua costituzione ha incendiato gli animi di 4 componenti del comitato portuale. La contestazione ufficiale è che la società «di scopo» rischia di sovrapporsi all’autorità portuale espropriandone parte delle competenze. Ma è una motivazione che non spiega l’incendio.
Questi doppioni, infatti, non sono una novità: negli anni Novanta l’autorità portuale è nata e poco tempo dopo è stata bissata con un accordo di programma sulla creazione del porto industria e poi è stata doppiata di nuovo quando s’è trattato di blindare la zona franca del porto canale su una competenza a due col Casic. Quei doppioni non fecero sollevare nessuno: se ne sparlava nei corridoi, perché si riteneva servissero soltanto a moltiplicare poltrone e prebende, ma voci ufficiali «contro» se ne potevano citare pochissime.
Dunque cosa c’è di nuovo nel procedere verso un’ulteriore società che dovrebbe «attuare» (anche l’accordo di programma «attuava») ciò che è già stato deciso, all’unanimità, dallo stesso comitato portuale, vale a dire il piano regolatore dell’intero porto? Paolo Fadda presidente dell’autorità portuale è il «padre» della società. Avrebbe dovuto portare l’argomento nel comitato portuale di domani, ma la riunione è slittata di qualche giorno: «Questa società nasce da una necessità rilevata sul campo: dobbiamo dotarci di un soggetto per co-pianificare le aree a ridosso degli specchi acquei». Esempio: «Appena arrivai bisognava realizzare il passaggio pedonale per i passeggeri dei traghetti al molo Sabaudo e il dialogo col Comune presentava molte difficoltà perché la competenza era frammentata». C’è un altro esempio: il parcheggio sotterraneo del Comune lungo la via Roma. Il Comune chiede che l’area del cantiere sia aperta nei parcheggi davanti alla stazione marittima sede dell’authority, il buco dello scavo sarebbe lì, i parcheggi dovrebbero sparire e quindi, tra l’altro, non si sa come mettere le cose con i gestori dei posteggi, titolari di una concessione. Il Comune è ben presente nel comitato portuale, ma la presenza e quindi la sua responsabilità verso il porto non ha suggerito ai tecnici municipali di interpellare, almeno, il padrone di casa della banchina coinvolta nei lavori. Adesso l’«insensibile» è il Comune, ma quando l’autorità portuale dovrà lavorare sulla nautica da diporto che punteggerà tutto Su Siccu e oltre, senza un tavolo con l’amministrazione cittadina non ci sarà modo di rivedere la viabilità del viale Colombo in funzione degli accessi alla nuova zona marina (e tutte le strade sono del Comune). Terzo ente da far sedere al tavolo è la Regione. La cartina è solare: se si guarda la mappa il porto storico, da un capo all’altro, è costeggiato da aree di proprietà regionale. Piazza dei Centomila, i capannoni vecchi sul viale Colombo, piazza Darsena, l’ex Semoleria, il parcheggio davanti a questa, il mercato ittico sono demanio regionale. Il ministero ha dato parere favorevole alla costituzione della società (ha detto: se lo scopo è conforme alla legge 84 la società si può fare), Regione e Comune sono pronti a firmare anche perché si metterebbero assieme finanziamenti che, altrimenti, i singoli enti, non avrebbero titolo per chiederli. Domanda: i 4 dubbiosi, che avevano detto sì al piano regolatore, perché ora non vogliono uno strumento che, nelle intenzioni, vuole rendere più veloce la sua applicazione? Se la preoccupazione è la torta degli appalti niente paura: le gare saranno bandite dai singoli enti sulla base degli accordi presi al tavolo.