Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Quei dieci cantieri salva-lavoratori

Fonte: La Nuova Sardegna
16 settembre 2009

MERCOLEDÌ, 16 SETTEMBRE 2009

Pagina 2 - Cagliari



«Burocrazie e veti politici paralizzano le opere funzionali allo sviluppo»





di Alessandra Sallemi
CAGLIARI. La Regione ha varato un piano casa ma l’edilizia (fonte la Cassa edile) ha espulso mille lavoratori negli ultimi sei mesi; il colle di Tuvixeddu è una necropoli unica nel Mediterraneo però l’unico ad aver avuto ragione, finora, è stato il costruttore che ha riaperto parte dei cantieri delle palazzine residenziali mentre è moribondo il progetto per il parco archelogico, la grande carta culturale che la città avrebbe potuto giocare già varie volte; Cagliari ha un’università con quarantamila studenti metà dei quali fuorisede ma l’unico parere che il comune di Cagliari ha saputo esprimere per una residenza universitaria in città è stato il no al campus in viale La Plaia. L’alternativa sbandierata come possibile, una sorta di albergo diffuso nel centro storico col riuso di case vecchie da risistemare e affittare agli studenti, è vissuta giusto il tempo di mettere il veto al campus nell’ex semoleria.
Incompiuti, nell’area vasta di Cagliari, ci sono le opere materiali ma anche i progetti. Cgil, Cisl e Uil, riuniti per ascoltare i problemi del settore edile pesantemente in crisi, hanno elaborato un documento dove, in sostanza, si afferma: nell’area di Cagliari ci sono almeno dieci infrastrutture da sbloccare o riavviare che avrebbero il merito di rinnovare lo stile della vita urbana e di generare migliaia di posti di lavoro vero, non assistito. Così i sindacati, in rappresentanza dei lavoratori espulsi, di quelli in cassintegrazione e dei disoccupati, cresciuti nel 2008 dell’11 per cento, chiedono che, subito, si parli con le istituzioni e si inventi un luogo dove queste decidano cosa c’è da fare, come farlo e in quali tempi.
In gioco c’è tutto: perfino il dissesto idrogeologico che l’anno scorso, il 22 ottobre, ha provocato quattro morti e danni immensi. Perché strade, metropolitana, stadio, rete ospedaliera, edilizia pubblica e privata, parcheggi, rete idrica, centri storici ristrutturati «non sono opere fini a se stesse ma sono funzionali all’idea di sviluppo che si vuole proporre».
Anche, forse soprattutto, per «Cagliari capitale del Mediterraneo», secondo lo slogan che è stato ideato dal centrodestra per la crescita del capoluogo almeno tre campagne elettorali orsono.